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Sito dell'Associazione Italiana per lo Studio e Ricerca sui Comportamenti Violenti -CRCV- Italy. ---------- Violent Behavior and Prevention Research Center - VBRC -Au-- Lorenzi Alfredo, Neurobiol, Neurosc.Human Behavior Biosincr - Basil--Davis CA -- Karin Hofmann, Phd Aggressive Behavior--Au

Ultima sessione di studio sul caso Sollecito Amanda

Siamo all'ultimo incontro di questi tre, per tre ore parleremo e ci confronteremo sul caso nei suoi aspetti conclusivi, sempre tenendoci ben distanti dal prendere posizioni di qualsiasi parte, meno che mai di tipo giuridico, ché nessuno di noi puo sostenere, provenendo da studi medici e scientifici.

Abbiamo già detto che l'indagine, in base alle risultanze sulla scena del delitto, sarebbero dovute procedere in un modo  assai rettilineo, portando alla conclusione più che suffragata dai reperti e risultati delle analisi corrette di essi, all'individuazione nel soggetto Rudy Guedé (o Guede, senza accento) come unico agente dei fatti riconducibili alla rottura della finestra della camera della vittima, alla sua scoperta come invasore, ladro, chiamatelo come volete (sappiamo che ci sono molte testimonianze che provano il Guedé come usuale ladro e svaligiatore di case, con uso di sassi, finestre rotte, penetrazione in abitazioni da scale o accessi elevati di fortuna e simili), del tentativo di approccio sessuale della vittima, peraltro non riuscito, e alla fine, della violenza che si è conclusa con una coltellata di netto, che ha portato in pochi minuti alla morte della vittima, per dissanguamento cerebrale e aortico.

Se tutto fosse stato normale, lineare, seguendo i dati incontrovertibili delle analisi scientifiche, si sarebbe necessariamente finiti per individuare il Guedé come unico agente presente sulla scena del crimine, entrato da una finestra, credendo l'abitazione vuota per il periodo  di festività,terminando per  assaltare la vittima, sessualmente e infine, alle sue resistenze, eliminandola, come fonte di prova del suo misfatto.
Il Guedè ha poi preso i due cellulari della vittima, liberandosene gettandoli nel giardino della confinante, e due carte di credito, mai ritrovate, che però sono stati attribuiti al Sollecito e Amanda, condannati anche per furto delle medesime, (fatto che nessuno vi dice) per poi darsela a gambe, senza correre, ma allontanandosi a passo svelto, poi visto dalla famosa coppia di fidanzati che stava appena uscendo dal ristorante dove avevano appena finito  di cenare, attorno  alle 23 circa. (abbiamo incontrato una persona di colore, che ci ha quasi investito, camminando in fretta, senza badare a chi stava per strada....).

....Omissis lunga discussione con gli studenti e pubblico...

Sarebbe una conclusione del tutto errata e fuorviante se si dovesse addossare la responsabilità di questa avventura di analisi scientifica, criminologica e giudiziaria al responsabile della direzioni, il vice procuratore dottor Mignini.
E' vero che il medesimo ha a nostro avviso, e si trata di un parere, lo voglio sottolineare, per quanto basato su dati ormai consolidati e a giochi fatti e strafatti, quindi con il conforto che quanto si andava pensando e dicendo a chi ci chiedeva un parere spassionato all'epoca di quel freddo periodo autunnale del 2007, che tutto quello che stava accadendo a Perugia era una grossa bufala, e che si stava sbagliando a 360 gradi e se possibile anche più, con gli stessi protagonisti della pista Perugina del mostro di Firenze, poi naufragata con sentenze definitive di assoluzione del farmacista.  
Anche il fatto della riesumazione del cadavere del medico perugino, si è detto che si è trovato che non era lui, ma in realtà era lui, solo che si è detto che sarebbe stato rimesso nella bara prima  della riesumazione (sembra che si stia scherzando ma guardate che è  esattamente come si sta dicendo: da Wiki In particolare il GIP De Robertis, nell'ordinanza con cui ha accolto la richiesta di archiviazione per insufficienza di prove, ha affermato che «l'ipotesi del suicidio o dell'evento accidentale è sconfessata dagli elementi emergenti dalle consulenze tecniche».[135] Inoltre nella stessa ordinanza, con riferimento allo scambio del cadavere di Narducci con quello di uno sconosciuto, ha affermato che le testimonianze hanno trovato conferma nelle consulenze di natura antropometrica, «tutte concordi sul punto essenziale: il cadavere dell'uomo di Sant'Arcangelo non poteva appartenere al Narducci»[135] e che «gli interrogativi sulla morte e sull'identità dello sconosciuto rimangono».[135] Riguardo ai collegamenti con i delitti fiorentini, «numerose sono le dichiarazioni di persone informate che hanno riconosciuto il Narducci come frequentatore dell'ambiente legato ai delitti.»[135]).

Naturalmente, a sostenere che il cadavere ripescato era Narducci, non sono solo io ma anche il padre del medesimo e il fratello, che sostenevano essersi suicidato perché sapeva affetto da malattia inguaribile. Insomma, il cadavere rinvenuto sul lago era quello del figlio e tale restava nella sua bara, almeno secondo la famiglia.

Si diceva che non era solo il Dott.Mignini ad avere la pesantissima responsabilità di attribuire da subito una responsabilità alla coppia di fidanzatini diabolici, che nell'intervista che abbiamo visto la scorsa settimana, a 48 sulla CBS, riassume in modo semplice ed esemplare la sua fonte di indirizzamento:
-ho visto quei due che si parlavano tra di loro e si abbracciavano, con una strana espressione, -e da lì, tutto è iniziato, aggiungiamo.
C'è un libro di Mario Spezi, uno dei possibili mostri di Firenze, che parla del caso di perugia. Nel suo incipit ci parla di una signora in una mercedes che giunge al palazzo di giustizia a Perugia e incontra il procu. Mignini, si dice, ma Spezi non ha alcuna prova (lo diciamo noi). Questa persona si chiama Pasquali Carlizzi Gabriella e già l'abbiamo incontrata come primigenia suggeritrice della pista esoterico-massonica del mostro.Secondo Spezi, anche qui, la Carlizzi sarebbe ispiratrice di trame esoteriche dietro l'omicidio di Meredith.

Premessa: il prof. (segue nome), ci avverte di sottolineare questo punto preliminare:

Il Pubbl. Ministero ha il dovere di ricercare ogni prova e indizio anche a favore dell'indagato o indagati.


Intanto i Media, in primis quei due o tre programmi televisivi che si occupano di questi fatti, sulle varie Tv nazionali (tralasciamo quelle locali che non contano nulla, meno che mai oggi), che assieme ai telegiornali, facevano vedere a ripetizione filmati dei due fidanzatini (stavano assieme da dieci giorni), che si abbracciavano a pochi metri dalla casa dell'orrore, da dove avevano chiamato la polizia. 
Poi le foto di Sollecito vestito da Medico sadico, per Hallowein e Amanda che seguiva una partita, mentre rideva e si lasciava andare come tanti ragazzetti, seguiti dai commenti tremendi, veramente tremendi, credetemi. Tutti voi avete rivisto nei video degli spezzoni di Tg, dei Pdf dei giornali, quello che sto dicendo e sapete ormai bene, come questi meccanismi siano tremendi e devastanti. Sarebbe bastato dire che i due andavano buttati in prigione a vita e la stragrande maggioranza della gente avrebbe approvato.
Ricordiamo tutti lo sconvolgimento quando Mentana e tutti gli altri della sua specie, parlarono con toni sconcertati che indiziato del crimine era un ivoriano, ricercato in Germania (si saprà poi come la storia è andata, con il Guedé che fu messo a Milano su un treno per perugia in stato di completa libertà (aveva minacciato la preside di una scuola dove era entrsato per dormire, con un coltellaccio di otto centimentri).

Ma anche la polizia che ha occupato la scena del delitto dall'inizio non è di meno responsabile, specie per aver seguito, e ci riferiamo alla conferenza stampa, oggi ormai cancellate dalla memoria elettronica no, ma da quella collettiva si, del questore di Perugia, (autorizzato dalla procura, sia chiaro), che annunciava la risoluzione del caso con la confessione (di Amanda, poi ritrattata, atto secretato, come poi scoperto da Frank, l'amico investigatore venuto dall'america).

Come erano arrivati alla risoluzione dell'indagine? Mentre eravamo in America, sempre sulla CBS che ha seguito il caso molto da vicino, investendo qualche milione di dollari, vediamo il funzionario dello SCO (Servizio Centrale Operativo) tale dottor Giobbi, che la metodologia di indagine che avevano usato era definita cognitivo-comportamentale, e aveva portato ad attenzionare Amanda e Sollecito. Inutile dire che nella sala della libreria dove mi recavo le mattine per le solite conferenze, tutti mi guardavano con una specie di sorrisetto, e devo dire che ancora oggi, ripensandoci, provo lo stesso senso di smarrimento e senso di impotenza di allora.
Una indagine basata sulle osservazioni delle reazioni dei vari soggetti di fronte agli eventi del momento, con i due fidanzatini molto differenti dalle altre due roommates, Mezzetti e Romanelli. (e meno male per loro due, altrimenti sarebbero finite nel tritacarne cognitivo-comportamentale dello Sco!).
Risate....

Fiorenza Sarzanini,.la grande croniquer di fatti giudiziari del corrierone, è la prima a scrivere un libro: Amanda e gli altri

Potete vedere il Pdf, si vede bene?

ANTICIPAZIONE DA CORRIERE MAGAZINE: UN NUOVO LIBRO SVELA I LATI OSCURI DEGLI IMPUTATI

Il delitto di Perugia
e i segreti di Amanda

Le notti brave. Le sbronze. Le riflessioni dal carcere. Gli sfoghi di Raffaele Sollecito e la fuga di Rudy Guede.


Fiorenza Sarzanini per il Magazine
Si intitola "Amanda e gli altri - vite perdute intorno al delitto di Perugia" (Bompiani, pp.188, euro 12) il libro di Fiorenza Sarzanini, cronista giudiziaria del Corriere della Sera, che ricostruisce il giallo del delitto di Meredith Kercher attraverso le principali persone che ne sono state coinvolte. Il volume contiene pagine inedite di diari personali, stralci da blog, dichiarazioni mai lette. Eccone alcune in esclusiva per il Corriere Magazine:


IL DIARIO DI “VISO D'ANGELO”
Quando ti hanno arrestato, nella tua borsa hanno trovato tre blocchi. Sono il tuo diario. Non lo ha mai letto nessuno. Contiene i tuoi pensieri più segreti, le tue riflessioni, le tue fantasie.
“Quaderno di colore verde chiaro”, è specificato nel rapporto di polizia che elenca gli atti sequestrati. Parte dal 6 agosto 2007, prima del tuo arrivo a Perugia, prima che cominciassero questi due mesi che a ripercorrerli adesso sembrano più intensi di una vita intera. Sono pagine fitte di appunti che servono a ricostruire la tua personalità complessa, i tuoi desideri, i tuoi vizi. Alcool, sesso.
C’è il racconto di alcuni giorni trascorsi in campeggio con la tua famiglia, vacanze apparentemente normali che comunque non ti impediscono di lasciarti andare.
Ovviamente Chris mi sta facendo innervosire perché è uno stronzo e quindi sono dovuta andare via. Dopo mi sono scusata con mamma per essermene andata via mentre stavano montando la tenda, ma non intendo rimanere a farmi sentir dire che sono una ottusa ritardata mentale… Quando sono responsabile di ciò che mi circonda (quando ho l'autorità di mamma) non scarico la mia frustrazione sulle persone che amo di più. Così ieri mi sono un po' ubriacata e ho chiamato sia Seliber che Dj. Non vedo l'ora di vederli entrambi. Sono i miei “ragazzi”. Li amo. Ciò che veramente dovrei fare è studiare visto che c'è ancora un po' di luce. Ho tentato la notte scorsa ma mi sono fermata presto perché vorrei evitare il più possibile il peso degli occhiali. Ed ero stanca. Ed ero ubriaca. Vado avanti e indietro ubriaca. È divertente, ma ci sono modi migliori per divertirsi che non sono pericolosi per la propria salute fisica ed emotiva…
Le ultime pagine le hai scritte dopo l’omicidio di Meredith. Una, appena arrivata in questura, dopo il ritrovamento del suo cadavere.
E così sono alla stazione di polizia in questo momento, dopo una lunga giornata passata a raccontare come io sia stata la prima persona ad arrivare a casa e a trovare la mia compagna morta. La cosa strana è che tutto ciò che voglio fare in questo momento è scrivere una canzone su questo. Sarebbe la prima canzone che io abbia scritto e parlerebbe di qualcuno che è morto in modo orribile e per nessun motivo. Quanto è morboso tutto ciò? Sto morendo di fame. E vorrei tanto dire che potrei uccidere per una pizza, ma è solo che non sembra giusto. Laura e Filomena sono piuttosto sconvolte. Anche Raffaele. Io sono arrabbiata. All'inizio ero spaventata, poi triste, poi confusa, poi incazzata nera e ora… non so. Non riesco proprio a concentrami con la mente. Non ho visto il suo corpo e non ho visto il suo sangue perciò è quasi come se non fosse successo. Ma è successo, proprio nella camera accanto alla mia. Il sangue era nel bagno che ho usato per farmi la doccia oggi. La porta di casa era aperta a causa del vento e io ora sono senza una casa, senza più una persona che era parte della mia vita e non so che cosa fare o pensare.
È un diario nuovo. Scandisce le tue giornate. Ti aiuta a sopravvivere. Hai cominciato a scriverlo l’8 novembre, due giorni dopo l'arresto “perché voglio ricordare”. E poi hai continuato:
Voglio ricordare perché questa è un’esperienza che tante persone non avranno mai. Non sto dicendo che sia felice che tutto ciò che è successo sia successo. Se fosse stato per me la mia amica non sarebbe mai stata uccisa e noi tutti vivremmo ancora insieme a casa nostra. Noi stavamo proprio bene insieme. Noi tutte avevamo il nostro ruolo in casa. Ammiravo Laura. È una donna forte e dalle molteplici opinioni, che suona la chitarra e sente la musica. Filomena è sicuramente la più amata, credo perché canta ed è assai divertente. Dà consigli a tutti ed è sempre felice.
Meredith era la più studiosa e anche lei andava fuori con i suoi amici in discoteca e a cena. Era molto intelligente e con me è sempre stata una buona amica. Mi ha dato consigli e mi ha protetto quando mi sono trovata in situazioni difficili. Era la più solitaria di tutte noi, ma soltanto perché a casa amava stare in pace per leggere i suoi gialli, ma allo stesso tempo si univa a noi per guardare sciocchi programmi in TV insieme. E poi c’ero io, la più piccola. Giovane, ma anche molto particolare.
IL BLOG DI RAFFAELE
La richiesta per tornare all’ONAOSI, il collegio riservato ai figli dei medici dove hai sempre vissuto a Perugia, è stata presentata in ritardo, quando i posti erano finiti. Allora hai cercato una casa in affitto, ti sei organizzato per vivere da solo. Avere un appartamento tutto per sé è una conquista, ma a leggere il tuo blog, con i ricordi che hai trasformato di fatto in un racconto, sembri quasi dispiaciuto
La verità è che non ti accorgi mai dell’importanza di una cosa fino a quando non la perdi. Il collegio lo vedevo come un posto dove castrano la gente. In effetti un posto dove ci sono 350 maschi e non puoi fare entrare nessuno sembra fatto apposta per tenere a freno gli istinti. Ma c’è qualcosa in più in effetti perché ti lavano e ti stirano la roba, ti garantiscono quattro pasti giornalieri, infermeria, biblioteca, sala computer, sala musica, cappella che non mi interessa affatto ma per essere una specie di chiesa è carina. In effetti ti metti lì a studiare, a seguire le lezioni, di che cosa ti devi preoccupare? Risposta: del rettore. Dannatamente rompipalle, i rettori che si alternano nei collegi sono delle spine nei coglioni. Sì mi sto sfogando, ma è la verità. Ti dicono sempre: “Sposta l’auto, qui non può stare! Non puoi tenere tanta roba in camera tua! Non hai messo la firma prima di uscire!” Questo è dovuto ovviamente alla difficile amministrazione, ma tutto crea un’atmosfera di insofferenza che si traduce in odio cosciente e perpetuo. Ogni volta che dalla segreteria ti dicono “sposta la macchina” oppure “il tuo amico deve presentare un documento per entrare negli studioli” e tanti altri esempi, il tuo petto si gonfia di bestemmie come un pallone aerostatico e appena sei fuori dal raggio di ricezione del personale di portineria inveisci cantando una lunga preghiera di cataclismi e apocalissi che coinvolgono tutti i dipendenti, il rettore e i capi fino a raggiungere il Sacro romano impero… Alla fine penso che stando nel collegio riesci meglio a inquadrare i tuoi obiettivi e a raggiungere prima la laurea (non hai molto altro a cui pensare). Tutto ciò è positivo fino a che cominci ad andare di testa e a cercare una valvola per respirare, quindi prima o poi ti trovi in un bivio che ti costringe a scegliere come successe a me: “Continuo fino alla sfinimento o progetto Erasmus?”
IL RACCONTO DI RUDY 
La tua fuga comincia due giorni dopo. Ti senti braccato anche se nessuno ti sta cercando. Nessuno sa che eri lì con lei, che piccole tracce del suo sangue sono ancora sul tuo corpo
In quel momento ero confuso, ero proprio impallato. Potevo arrivare a Trieste, andare a Napoli. Ho preso il treno da Perugia e sono arrivato a Firenze Santa Maria. Avevo la carta d’identità, il passaporto no perché ero in attesa di fare il rinnovo del permesso di soggiorno. Avevo 50 euro. Ho pagato l’Eurostar per andare a Bologna, ma la mia intenzione era arrivare a Milano perché c’ho degli amici, oppure a Lecco dove c’è mia zia e così avevo qualcuno con cui parlare. Però quando sono arrivato a Modena mi ha fermato il controllore, mi ha chiesto il biglietto, ha visto che era Bologna e allora mi ha fatto scendere perché l’avevamo superata. Allora ho aspettato l’altro treno per Milano e sono arrivato che era circa mezzanotte. Quello per Lecco passava alle 5 di mattina, ma io non sono tipo da aspettare e allora sono andato in questo posto che si chiama Sol to sol. Ci sono rimasto tutta la notte e quando il locale ha chiuso ho camminato a piedi fino alla stazione centrale. C’erano dei poliziotti e ho avuto una colluttazione. Non so perché l’ho fatto. Sono diventato aggressivo, forse volevo farmi fermare. Invece non è successo niente e sono andato verso i binari. Ho preso il primo treno che passava. Ho fatto Trento, il Brennero, l’Austria. Alla frontiera mi hanno fermato. Mi hanno fatto una perquisizione, mi hanno preso le impronte e poi mi hanno rilasciato anche se non avevo il permesso. Non sapevo che cosa fare, poi mi si è avvicinato un ragazzo nero che andava in Germania e mi ha chiesto se volevo viaggiare con lui. Quando sono arrivato a Monaco sono stato fermato di nuovo da un poliziotto. Mi ha portato alla ferroviaria, mi hanno fatto la copia di tutti i documenti e mi ha detto che entro mezzanotte dovevo rientrare in Italia. Quando sono uscito ho incontrato un gruppo di neri, gli ho detto che non avevo soldi e loro mi hanno portato in un centro della Caritas. Ho conosciuto un altro ragazzo e ho cominciato a stare con lui. Poi gli ho raccontato la verità. Gli ho detto che una ragazza è stata uccisa, gli ho confidato che io ero lì con lei e che sono scappato perché ho avuto paura. Ma gli ho giurato che non sono io l’assassino.
Fiorenza Sarzanini
24 novembre 2008(ultima modifica: 27 novembre 2008)

Ecco, meriterebbe di essere letto bene l'articolo con cui il Corrierone apriva sul caso, a poco dalla sentenza, perché rappresenta un campione generico del tipo di pensiero che la stampa veicolava su Amanda in particolare (non sul Guedé, un piccolo spacciatoretto, ladruncolo, le cui impronte digitali erano note alla polizia, sia però chiaro).
Inutile criticare, la signora Sarzanini non è una psichiatra, né una criminologa, semplicemente la voce del lettore medio del suo giornale, tutto preso nei suoi lavori e professioni, e impegnato nell'impartire buone maniere ai figli, non certo come la psicopatica Amanda, come leggiamo dalla stampa inglese.
Si perché la stampa inglese, non tutta, ovvio, Amanda viene descritta (depicted), come una psicopatica, dedita ad orgie sessuali, alcol e droghe e a manipolare il povero Sollecito, conducendo lui,con l'aiuto del Guedé, alla tortura della povera vittimae alla sua uccisione sadica, dopo averla abusata sessualmente in un festino a base di alcol e droga.

Durante il processo, circa venti minuti, sono passati ad interrogarre le due coinquiline, Mezzetti e Romanelli, in cui il PM chiedeva notizie sull'olietto o insomma dell'olio Jhonson baby o roba simile. ricevendo notizie negative in merito. Perché l'olietto? Perché sarebbe potuto essere una prova dei rapporti anali che nella casa si intrattenevano con l'uso di Dildo, insomma i tipici oggetti della masturbazione femminile e a pratiche etero, in cui l'atto anale esempolicava...
che cosa?
Guardate, io non so cosa potrebbe realmente significare l'eventuale risposta affermativa. Supponiamo che Romanelli e Mezzetti avessero detto: si, sappiamo che ci sono uso di gingilli vari, e rapporti anali, anche con soggetti neri, di colore, e allora?
Veramente, io lo dico con tutta chiarezza: dal punto di vista della logica e della sinallagmatica, dove si situa l'evidenza di un indizio di qualche tipo, qualunque si voglia?
Si lascia forse credere che la vittima sia stata dedita anche a raqpporti anali di tipo auto ed etero? e questo sarebbe da ricondurre ad azioni non volontarie ma a costrizioni? Diversamente, il ronvenimento dell'olietto o la testimonianza di confidenze di Amanda di essere dedita a pratiche di tipo non solo vaginale cliteroideo ma anche anali, a cosa condurrebbe?
Se qualcuno tra i presenti può suggerire una idea, lo faccia pure....Voglio solo ricordare che non siamo giuristi, siamo solo medici e psicologi, alcuni sono ricercatori confermati, altri lavorano nel settore privato sempre in campo delle bioscienze, dove esiste una logica ferrea in merito alla fissazione delle ipotesi e alla loro verifica sperimentale e vorrei ci si attenesse ai soliti criteri nostri.

Segue discussione....

Amanda e Sollecito sono in carcere da molti mesi, poi arriva il famoso gancetto del reggiseno. La storia del gancetto a noi fa ridere e non possiamo impedirci di ridere ma dovete rispettare quei due che a causa del gancetto, resteranno in carcere altri tre anni, piuttosto che essere rilasciati subito.
Ringraziamo il collegio di difesa per averci messo a disposizione in modo mirabile tutto quello che potevano, e abbiamo visto delle foto con il richiamo del gancetto (staffa del ) sotto il cuscino sotto la coscia sx di Metz. Tutto chiaro, allora possiamo liberare Amanda? No, perché. Ripeto, non dobbiamo puntare il dito su chi dirigeva la procura e le indagini solamente, perché la vicenda ha dell'incredibile e porta a una serie di considerazioni sconsolate sulla professionalità in questo caso dei Ris e questo ormai lo abbiamo visto almeno negli ultimi 15 anni, con una certa ricorrenza (da Cogne in poi).
Dove sta il problema? Che il reperto non è stato allegato! (abbiamo la foto e la descrizione del luogo ma non è nella sua bustina).
Ecco che a un mese e mezzo dal crimine, il Ris rientra nella casa e trova il gancetto ma non più nella originaria posizione per la ragionevole ragione che tutto è stato cambiato e spostato e si trovava su un tappetino distante due metri circa dalla scena originaria.

Chiunque di noi sa che quel gancetto ora non è più una fonte di prova o indizio o elemento del crimine, in quanto ormai contaminato, ma entra in scena la polizia scientifica, la Dottoressa Stefanoni, biologa, quindi una collega di molti tra i presenti.
non si rivelano microscopicamente tracce riconducibili a materiale ematico e fin qui, tutto liscio per Sollecito e Amanda, ma poi cosa succede? Che sul gancetto appaiono tracce di Dna, di chi? Non importa che ci sia contaminazione dopo 45 giorni, ma sono del povero Sollecito, che così resterà in carcere altri tre anni.

Infatti la collega Vecchiotti, professoressa incaricata durante il processo d'appello, potè compiere una nuova perizia che concluse che
“Abbiamo trovato
altre tracce che non sono state indicate nella relazione tecnica
della polizia.Tracce come questa sono soggette a
interpretazioni a seconda di come vengono lette.In quel
gancetto c’è anche il mio DNA“.

Si noti bene che il giudice di primo grado  non ammise una successiva controprova, e anche questa fu una decisione alquanto poco favorevole ai due poveri imputati e carcerati.

Per questo vi dicevo che il procuratore Mignini non è certo l'unico responsabile: sono tanti e tante figure, la cui professionalità si è indelebilmente macchiata, se mai ne avessimo avuto dei dubbi, alla luce dei tanti casi simili.
C'era stata prima il tentativo di attribuire a Sollecito l'impronta della Nike, ma era miseramente caduta, in quanto il ragazzo era affetto anche da una conformazione peculiare dell'alluce, e inoltre il Guedé era perfettamente rientrante nell'impronta e possedeva le Nike di quel tipo e qui non è il procuratore che decide ma chi fa le indagini sul campo e referta le analisi con asseverazione peritale che si becca la responsabilità. Che poi un giudice ne tenga o meno conto è un fatto solo secondario, tanto poi c'è il secondo grado di processo e a quel punto tutto viene rimesso in gioco.

C'è da chiedersi perché i due fidanzatini diabolici non siano dopo la sentenza di condanna, posti agli arresti domiciliari, in attesa di altri gradi.
Perché? Vi riporto una descrizione che il Pm Mignini fa di Amanda in processo:
diabolica, satanica diavolessa che ama
alcol, droghe e sesso selvaggio.
Insomma, una descrizione da strega perfida e in preda al demonio.

Ma non da meno è Sollecito, descritto dal magistrato Ricciarelli come:
personalità complessa (per noi, sappiamo non avere alcun senso descrittivo), e per certi versi inquietante (altro avverbio che per il ns. mestiere non ha luogo descrittivo e operativo).
Al punto che secondo la psicologia del Ricciarelli,
- Sollecito, non perse occasione
di farsi fotografare in un’inquietante posa mentre brandiva una
sorta di mannaia. (la foto di Halloween già vista), quindi, la violenza
costituisce per Raffaele una concreta attrattiva-.

Anche qui, non ci vuole molto per capire la ferrea logica sinallagmatica del ragionamento, ma che purtroppo, nella nostra visione scientifica, è privo o destituito, come credo si direbbe in materia giuridica, di ogni fondamento scientifico e in letteratura. Quindi, per noi non ha alcun valore ma è bene sottolineare, che guardate bene, per i giuristi, la logica sinallagmatica vi può portare in un mare di guai, sia che siate colpevoli e anche che siate del tutto estranei ai fatti di cui un magistrato vi accusa.
A parte il fatto che a sentire quanto dice l'ex presidente del GOI, Gianfranco Pecoraro, se un magistrato decide di farvi girare le scatole lo fa, guardate che vi mette in galera sul serio, perché non rispondono a nessuno. E quando poi vi rimettono in libertà, dopo giorni o settimane o mesi, vi arrangiate e se vi va bene, vi accontentate di 3 o 4 mila euro di risarcimento, dopo una decina di anni. Nel frattempo quel magistrato fa carriera e magari decide lui sullo stesso caso in cui era in una giurisdizione precedente. Ah, Goi sta per Massoneria del Grande Oriente d'Italia.
omissis....
Ora, parliamo rapidamente dello stralcio di processo di Guedé, conclusosi con 30 anni e non dell'ergastolo, perché?
C'è il problema, mi hanno spiegato alcuni insigni giuristi, della continuità e aggravanti e in particolare del problema del furto, cioè delle 300 euri mancanti e due carte di debito (o credito). Guedé non fu riconosciuto colpevole dei furti ma solo dell'assassino in concorso con gli altri due e per questo si prese solo 30 anni, poi ridotti a 16, credo (a parte i vari furti, mai giunti a processo nei precedenti mesi, compreso non so bene, se la minaccia del coltello alla preside in quel di Milano, dopo la sua fuga, dovuta, secondo due illustri esperti dei nostri, il Professori Meluzzi e Mastronardi, a stato di stress acuto.
 Abbiamo visto la pochezza della perizia, che per quanto sia poco attaccabile sul piano formale, nessuno può stabilire se la fuga...  Anche quando a Milano entrò nella scuola e rubò due portatili e poi minacciò la preside, era sempre in stato di stress acuto, ovvio (immaginatevi la povera preside, che stress!) Risate...

Corte di Assise Perugia condanna Am 26 e Sollec a 25 anni dopo ben 14 ore di riunione in camara di consiglio, quindi capite bene che qui non è il dottor Mignini che agisce, ma è una giuria indipendente.


Dicembre 2011 Corte Assise Appello, riapre il caso, con nuova perizia che sappiamo come va a finire, nonostante la dichiarazione precedente della biologa della polizia Stefanoni che il materiale sul coltello a casa di Sollecito e sul gancetto può essere analizzato con i nuovi kit. Tutto inutile, non se ne parla, il materiale non è sufficiente o è contaminato.

Nuovi testimoni, nel frattempo,
Mario Alessi, lo strangolatore a mani nude di un bambino



 «A quanto mi disse Rudy, Amanda e Raffaele con l'omicidio non c'entrano niente»: lo ha detto il muratore siciliano Mario Alessi - già condannato all'ergastolo per l'omicidio del piccolo Tommaso Onofri, 18 mesi - nella sua deposizione davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia. Lo ha fatto riferendo confidenze ricevute, in base alla sua versione, da Rudy Guede, già condannato con sentenza definitiva a 16 anni per l'omicidio Kercher, mentre erano entrambi rinchiusi nel carcere di Viterbo, nella sezione riservata (ora Alessi è nel carcere di Prato). In base alla presunta versione dell'ivoriano raccolta e riferita da Alessi, l'omicidio Kercher venne compiuto da un «amico» di Guede, del quale non è comunque emerso il nome, durante un tentativo di violenza sessuale al quale la studentessa inglese cercò di resistere. Sempre secondo Alessi, Guede e il suo amico avrebbero proposto un rapporto a tre alla ragazza. La ragazza avrebbe rifiutato e li avrebbe invitati ad andarsene da casa sua. A quel punto Rudy si sarebbe recato in bagno, e al ritorno avrebbe trovato Mez stessa per terra trattenuta dal suo amico. Rudy si sarebbe unito a loro e a turno si sarebbero masturbati, mentre l'altro teneva ferma Meredith. Sempre secondo il racconto di Alessi, Rudy avrebbe detto che ad un certo punto il suo amico avrebbe tirato fuori un coltello con cui avrebbe ferito Meredith al collo. In quel frangente lui si sarebbe allontanato per prendere qualcosa per tamponare la ferita. «"Ma cosa fai?" gli avrebbe detto allora l'amico. "Dobbiamo finirla, se no ci fa marcire in carcere"». Dal Corrierone.


Poi il Supertestimone, quello che da Bruno Vespa, è stato meritevole di una intera puntata o quasi, e abbiamo rivisto la puntata di Porta a porta.
Si tratta di uno spacciatore clochard, conosciuto da tutti come tale, un barbone in tutti i sensi, Antonio Curatolo, definito dal Procurat. Costagliola, 
-preciso nel racconto e pienamente attendibile.
dal momento che era un consumatore di sola eroina (eroinomane), non poteva avere le visione dipendenti da allucoinogeni, e quindi era vero che aveva visto i due fidanzatini la sera del delitto, attorno alle 23, 30, mezzanotte, quando invece avevano detto che erano dal Sollecito a fare all'amore (o sesso sfrenato, a seconda dei punti di vista di chi descrive e racconta) e che gli autobus erano in funzione per evitare ingorghi quella notte (halloween).
Gli avvocati difesa provarono che gli autobus non fecero alcuna navetta in Piazza Grignana perché i locali convenzionati erano in sciopero >(quale giorno migliore per farlo se non quando è tutto pieno di gente in strada?).

Il Curatolo già indagato per spaccio, (Perugia è un poco la capitale delle provincie italiane dello spaccio e uso di droga, coca e erba, ma anche con l'ero non si scherza), fu poi condannato a qualche mese.

Tutto finito?
No, arriva un secondo supertestimone, il già scartato in primo grado e in appello Kokomani, di nuopvo ripresentato tirato fuori dal carcere dove si trovava per i soliti reati, ovviamente nel disperato tentativo di fare una stessa testimonianza che aveva tutto per essere giudicata a priori, fallimentare. Eccola:
- ho visto Amanda, Raffaele e Rudy
davanti al casolare di via della Pergola, e Sollecito e Amanda avevano in mano un coltello ciascuno, e che tempo prima, aveva conosciuto uno zio americano di Amanda e per questo lui sapeva chi erano e quindi li aveva riconosciuti.-
Una debacle clamorosa, e ci sarebbe da chiedere se anche lui era solo eroinomane o anche etilista e dedito ad allucinogeni esogeni e anche endogeni. (risate...).

Terzo e ultimo testimone, questo però non super ma solo normale, magari anche un pochettino mitomane? chissà. Assistente universitario Giuffredi, che con l'auto in panne, ricordava benissimo che il pomeriggio del 30, quindi una 30 ore prima dei fatti, aveva visto i tre, i 2 fidanzati più un nero, il Guedé, fuori della casa in via della Pergola. Amanda ricordava benissimo indossare un cappotto rosso.
Ma il Ris non aveva repertato alcun cappotto rosso in dotazione ad Amanda, ma non basta, poteva averlo nascosto, magari gettandolo da qualche parte, come i coltelli, i cellulari, le carte di credito, i 300 euri. Ma in modo incontrovertibile, il portatile di Sollecito rivela salvataggi di file durante tutto il pmeriggio del 30, fino a tarda sera.

Quindi il testimone è del tutto inattendibile e non fa fare bella figura a chi lo presenta, almeno questo accade di solito in questi casi.

E il negoziante del minimarket, che dopo mesi ricordava che Amanda aveva comprato la mattina presto del primo novembre la candeggina? (utile per pulire i coltelli, se non è candeggina non vengono bene). Si confuse in modo palese e fu liquidato dalla corte. Poi la signora di fianco, che aveva sentito l urlo straziante, che con incidente probatorio si determinò essere impossibile sentire dalla posizione indicata.

Sapete quante sono state le intercettazioni prodotte dall'accusa? Quasi 40.000, si quarantamila, un pochettino meno. Nessuna fu ammessa in udienza per la decisione del caso (insomma paccottaglia).

Bellissima, secondo me, la serie di risposte alla biologa della pol. Stefanoni:Intanto una premessa: la perizia dei professori dichiara che sul coltello della cucina di Sollecito si trova solo una traccia di farina, forse un poco ammuffita (risate)... e non c'è traccia del Dna di Meredith, come era stato invece sostenuto dalla analisi in primo grado.
Idem per il gancetto, le cellule di sfaldamento (dovute a sfregamento sulla pelle) non sono determinabili in modo scientifico.

Il test indicato come PCR real Time, era in realtà un fluorimetro, la macchina RT era rotta; non è indicata la quantità di Dna repertata e analizzata, solita  dimenticanza forse, non sappiamo; le misure volte a creare un corridoio di separazione anti contaminazione erano mancanti, violazione o non applicazione dei più elementari protocolli di repertazione, oltre alla critica tremenda, che la Dott.ssa Stefanoni aveva usato il frigo della casa, come prima sede di conservazione dei reperti, presi senza le classiche pinzette usa e getta.
Insomma a leggere le 140 pagine della relazione, c'è veramente da restare divertitamente sbalorditi per l'insieme di violazioni anche delle norme più elementari sull'agire nella scena e raccogliere e conservare i reperti. Una roba veramente che invito a considerare con attenzione e a leggere bene la relazione Conti e Vecchiotto, perché avrete modo di consultarla anche in seguito, durante il vostro lavoro.

Parliamo anche della ricostruzione 3D, che forse è stata mostrata in Tv ma non in aula, mai vista da nessuno e costata più di 150 mila euri.

Come se nulla fosse, la procura chiede l'ergastolo per i due fidanzatini e anche l'isolamento diurno per diversi mesi perché pur non essendoci riti magici e orge sataniche di sesso e droga, avevano addirittura ucciso per nulla, senza alcun motivo e credo, che fosse per questo che si volevano due ergastoli.

La corte assolve, ma la Cassazione annulla la sentenza di Appello che va rifatta a 
Firenze, sede giusta.
L'appello bis, 30.12.2014
Amanda 28 anni e 6 mesi
Sollecito 25 anni





Amanda Knox e Raffaele Sollecito assolti. La Cassazione: "Nell'inchiesta clamorose défaillance" 

Pubblicato: Aggiornato: 
AMANDA KNOX RAFFAELE SOLLECITO13
StampaA carico di Amanda Knox e Raffaele Sollecito - accusati dell'omicidio di Meredith Kercher - manca un "insieme probatorio" contrassegnato "da evidenza oltre il ragionevole dubbio". Lo afferma la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione dei due ex fidanzati depositate dalla Quinta sezione penale della Suprema Corte.

"Clamorose defaillance nell'inchiesta". Secondo la sentenza della Cassazione il processo per l'uccisione di Meredith ha avuto "un iter obiettivamente ondivago, le cui oscillazioni sono, però, la risultante anche di clamorose defaillance o 'amnesie' investigative e di colpevoli omissioni di attività di indagine". Ad avviso della Suprema Corte, se non ci fossero state tali defaillance investigative, e se le indagini non avessero risentito di tali "colpevoli omissioni", si sarebbe "con ogni probabilità, consentito, sin da subito, di delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità" di Knox e Sollecito rispetto all'accusa di avere ucciso la studentessa inglese a Perugia il 1 novembre 2007.

"Imputati assenti da scena del delitto". Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea che è un dato "di indubbia pregnanza" a favore di Knox e Sollecito - "nel senso di escludere la loro partecipazione materiale all'omicidio, pur nell'ipotesi della loro presenza nella casa di via della Pergola" - la "assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili" nella stanza dell'omicidio o sul corpo della vittima. I supremi giudici rilevano che sul luogo del delitto e sul corpo di Meredith sono "invece state rinvenute numerose tracce riferibili al Guede", il giovane ivoriano condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio della Kercher "in concorso", con il rito abbreviato. Per quanto riguarda il gancetto del reggiseno della vittima, i Supremi giudici rilevano che la "sola traccia biologica" rinvenuta su tale gancetto non offre "certezza alcuna" in ordine alla sua "riferibilità" a Raffaele Sollecito "giacché quella traccia - sottolinea la Cassazione - è insuscettibile di seconda amplificazione, stante la sua esiguità, di talché si tratta di elemento privo di valore indiziario".
"Il clamore mediatico non ha giovato". Per la Cassazione "l'inusitato clamore mediatico" del delitto Kercher e i "riflessi internazionali della stessa vicenda, non hanno "certamente giovato alla ricerca della verità" provocando una "improvvisa accelerazione" delle indagini "nella spasmodica ricerca" di colpevoli "da consegnare all'opinione pubblica internazionale".
Ad avviso della Cassazione "per discutibile scelta strategica dei genetisti della Polizia Scientifica" si ritenne "di privilegiare l'indagine volta all'individuazione del profilo genetico nelle tracce repertate sul coltello, piuttosto che accertarne la natura biologica, dato che l'esigua quantità dei campioni non consentiva un doppio accertamento". I giudici rilevano che questa scelta è stata una "opzione assai discutibile, in quanto l'individuazione di tracce ematiche, riferibili alla Kercher, avrebbe consegnato al processo un dato di formidabile rilievo probatorio, certificando incontrovertibilmente l'utilizzo dell'arma per la consumazione dell'omicidio". Ad avviso degli ermellini, invece, "la riscontrata imputabilità delle tracce a profili genetici della Knox si risolve in un dato non univoco ed anzi indifferente, dato che la giovane statunitense conviveva con il Sollecito, dividendosi tra la sua abitazione e quella di via della Pergola", spiega la Cassazione nelle motivazioni dell'assoluzione di Knox e Sollecito.
Sollecito: ''Niente mi potrà risarcire, chi ha sbagliato paghi''

Caso Meredith, la Cassazione accusa gli inquirenti: "Colpevoli omissioni"


La Corte suprema ricorda i vizi nel lungo processo contro Knox e Sollecito. "Solo dato certo le calunnie di Amanda a Lumumba"

La Corte sottolinea anche "l'assoluta mancanza di tracce biologiche a loro riferibili", sia sulla stanza che sul corpo della vittima e accusa le defaillance nell'indagine per "colpevoli omissioni", nell'assenza della quali sarebbe stato possibili "delineare un quadro, se non di certezza, quanto meno di tranquillizzante affidabilità, nella prospettiva vuoi della colpevolezza vuoi dell'estraneità" dei due ai fatti.
"Privo di valore indiziario", infine, il gancetto del reggiseno di Meredith, su cui fu rilevate una "sola traccia biologica" riferibile a Raffaele Sollecito. "È insuscettibile di seconda amplificazione", spiega la Corte. L'unico dato certo, si legge ancora nel documento, pubblicato da Ansa.it, è "la colpevolezza di Amanda Knox in ordine alle calunniose accuse nei confronti di Patrick Lumumba".

"La Cassazione conferma una volta di più che Raffaele Sollecito è stato processato per anni e tenuto in carcere da super-innocente", ha commentato l'avvocato Giulia Bongiorno, che ne ha curato a lungo la difesa. Le motivazioni, ha aggiunto, prima di annunciare una "richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione", prendono "a bastonate gli errori compiuti nelle indagini".














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