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La Chiesa, piena di piccoli microfeudatari impazziti: caso Don Placido Greco.

La presunzione di innocenza, fino a definitiva sentenza di condanna, è sacra. Per cui di Placido Greco, parroco
viterbese detenuto a Regina Coeli per atti sessuali nei confronti di minori, non useremo aggettivi o qualificazioni che pur la cronaca dei fatti consiglierebbe e autorizzerebbe. Di Don Placido Greco diremo solo e senza tema di smentita che dispone e ostenta una colossale sicurezza.
Sentitelo, nella cronaca di Ilaria Sacchettoni sul Corriere della Sera, di fronte al giudice per le indagini preliminari Chiara Giammarco.
Le hanno trovato a casa 1.700 foto di adolescenti nudi…
“Vengono da me per i miei scatti, faccio foto bellissime”.
Vuol dire che…
“E’ iniziato tutto con un 17enne che voleva debuttare nel mondo del cinema, quello pornografico. E allora aveva bisogno di un book fotografico. Il ragazzo è rimasto soddisfatto ed è iniziato il passaparola, altri giovani si sono rivolti a me per farsi delle foto”.
E perché con queste foto ci ha fatto un archivio casalingo?
“Le guardavo ogni tanto, non è un reato guardare una foto”.
A Don Placido il pm Cristiana Macchiusi contesta atti sessuali con un minorenne alla Stazione Termini, c’è la testimonianza di un minore che dice di essere stato pagato per tre volte e ogni volta con 40/50 euro e ci sono soprattutto le immagini delle telecamere della stazione che lo hanno ripreso più volte.
“Vado spesso a Termini, lì ci sono tante persone a cui fare beneficenza”.
Dunque nel mondo che Don Placido parroco prova a confezionare per i magistrati e, purtroppo, per i credenti nelle sue parole, funziona così: un minorenne vuole farsi fare delle foto porno e da chi va? Ma dal parroco, ovvio no? Vuoi un book per candidarti a un film porno e chi ti rivolgi? Al prete, regolare. Poi lo consigli agli amici. E che ci fa il parroco di Viterbo alla Stazione Termini? Va a fare beneficenza. Poi ci sono quelli che equivocano quando lui tira fuori 40/50 euro.
Ma il difendersi dovrebbe avere una misura, staremmo per dire una decenza. Ma Don Placido pare non averla e quindi racconta storie come quelle avrebbe potuto scrivere Gabriele Doni, autore di romanzi pornografici. E chi è Gabriele Doni? Secondo i magistrati è sempre e ancora lui: Placido Greco che sotto pseudonimo faceva il secondo lavoro, oltre quello di prete e di parroco. Con tutta probabilità prete e pornografo per Don Placido erano lo stesso lavoro, l’uno la prosecuzione e il compimento dell’altro.

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