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Ospedale di Lugo (Ravenna),Daniela Poggiali, sorriso in posa con la paziente morta: foto infermiera killer

La foto ci dice molto, e vale certamente un licenziamento in tronco, ma è possibile che ci sia di più,
come fanno ritenere i molti articoli di giornali locali (POSSIBILI OMICIDI DI PAZIENTI ANZIANI RICOVERATI, CON INIEZIONI DI POTASSIO O CON EMBOLIA PROVOCATA)?.

Di questo si occupano i giudici, gli avvocati, i giornalisti: non interessa a noi, che siamo solo interessati alla personalità delle presunte autrici di crimini, prima che il crimine sia accertato e addossato a loro. Il resto lo ripeto, per noi e per me, è materia giuridica, sociologica e giornalistica.
Siamo da sempre a conoscenza delle personalità delle così dette "Angeli della morte", con riferimento a infermiere e infermieri che compiono attivamente azioni che mirano al danneggiamento della salute dei pazienti ricoverati (generalmente anziani o al contrario assai piccoli di età, più raramente).
La figura degli angeli della morte è tipicamente quella di una personalità che presenta una anamnesi premorbosa tipica di un narcisismo peculiare, nel senso di un narcisismo tipico di compensazione di sentimenti di inutilità e di inferiorità, spesso da rintracciare nell'infanzia, nel rapporto con i genitori.

Ora, in genere ci sono due tipologie di angeli della morte e anche due differenti forme di manifestazione comportamentale (azioni e modalità di azione) dell'agire criminale: una è quella del tipico richiamare l'attenzione su di sé, anche se in modo dissimulato.
Solitamente queste signorine, si mostrano affaccendate, prese dalla loro azioni sanitaria volta a prodigarsi per salvare la vita della persona (a cui magari hanno iniettato aria in arteria).
L'altro è più coperto, la signorina in questione è sempre calma e irreprensibile, efficiente e ragionevole, ma si tratta di una coperta, per quanto spessa, che ricopre la carica di rabbia, di rancore che la pervade. L'azione criminale in questo secondo tipo è più difficile da scoprire, perché ripeto, coperta da azioni del tutto logiche e da comportamenti efficienti e coerenti. Ma una volta sospettato il caso, si giunge di solito a smascherare i crimini, perché ono anche in questo tipo, serialmente ripetuti nelle stesse forme e modalità.

C'è poi un caso intermedio, derivante da personalità reattive, che improvvisamente impazziscono in seguito a presunti screzi e soverchierie ambientali, attuando un boicottaggio ben simulato delle attività del reparto in cui operano.

Nella foto, possiamo riconoscere nel sorriso dell'infermiera arrestata per presunti reati fino all'omicidio, il piglio espressivo tipico di chi esprime un senso di rivincita a seguito del decesso o dello stato di pre morte di una paziente neanche tanto vecchia (78 anni). Si vedono i pollici sollevati in segno di vittoria, di missione compiuta, di destino realizzato, a sottolineare una partecipazione emotiva alla morte della paziente.
Solo una indagine clinica che indaghi l'infanzia e lo sviluppo della personalità in questione, le eventuali aree problematiche, le relazioni con la madre reale o mancante, eccetera, potra dirci molto, ma molto di più e permetterci di formulare anche delle previsioni sul tipo di possibili azioni attuate.



Daniela Poggiali, sorriso in posa con la paziente morta: foto infermiera killer

Pubblicato il 22 novembre 2014 19:06 | Ultimo aggiornamento: 22 novembre 2014 19:07

 Il Corriere Romagna ha pubblicato le foto dell’infermiera Daniela Poggiali insieme ad una signora che, secondo l’Ausl e la Procura, era da poco deceduta. Le foto ritraggono l’infermiera 42enne in servizio all’ospedale di Lugo (Ravenna) mentre fa gesti di scherno nei confronti dell’anziana.
Le immagini sono state scattate nel gennaio scorso da una giovane collega della Poggiali che, poi, gliele ha girate via Whatsapp. Le foto sono costate ad entrambe il licenziamento, impugnato dall’avvocato della Poggiali davanti al giudice del lavoro.
Secondo la difesa, infatti, l’anziana – che si trovava nella stanza del tanatogramma – non era ancora deceduta. Nella perizia si farebbe infatti riferimento ad una paziente in stato di incoscienza con occhi chiusi. La collega che ha scattato le foto, però, avrebbe detto ai pm che l’anziana al momento dell’ accaduto era morta: la testimonianza si trova negli allegati dell’atto di licenziamento siglato dall’Ausl di Ravenna.
Daniela Poggiali è in carcere dal 10 ottobre, accusata della morte di un’anziana alla quale avrebbe iniettato del potassio. La Procura indaga su altre 28 morti, definite sospette, tra cui ci sarebbe anche la signora ritratta nella foto, 78enne.

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