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Sito dell'Associazione Italiana per lo Studio e Ricerca sui Comportamenti Violenti -CRCV- Italy. ---------- Violent Behavior and Prevention Research Center - VBRC -Au-- Lorenzi Alfredo, Neurobiol, Neurosc.Human Behavior Biosincr - Basil--Davis CA -- Karin Hofmann, Phd Aggressive Behavior--Au

Esistono caratteri genetici per la corruzione? Vediamo un poco.

La domanda sembra più una provocazione, in realtà, durante gli incontri davanti a un buon panino e
un boccale di birra, tra studenti e ricercatori della mia area, neuroscienze, cui partecipano anche ricercatori di bioscienze e informatica, abbiamo spesso speculato e ci siamo divertiti a considerare molti aspetti della speculazione scientifica, raggiungendo posizioni spesso sorprendenti.
Vediamo alcuni esempi su aspetti su cui ci sono ancoora molte incertezze ma che sappiamo con sicurezza presentare alcuni punti certi: Orientamento sessuale e dipendenze.
L'orientamento sessuale fa parte dell'identità sessuale e di genere e di norma coincide con quella attesa in base alla curva normale della società, vale a dire i Maschi hanno Identità di genere maschile (si sentono maschi) e sono orientati verso le femmine e viceversa per le femmine.

Ora, i dati di osservazione scientificamente accertati ci dicono, oltre ogni ragionevole dubbio, che le persone che svilupperanno o mostreranno un orientamento difforme dalla curva normale (non uso il termine Devianza, che però qui ha un significato tecnico, nel senso di devianza dalla media appunto della curva Normale), in circa due terzi dei soggetti, si manifesta entro i primi tre anni di vita e complessivamente, circa il 75% dei soggetti omosessuali da adulti, ha mostrato chiari segni di identificazione col sesso opposto, quasi sempre nel significato successivo di assunzione di un orientamento omosessuale (o bi sessuale).

In altre parole, non è la società a condizionare l'orientamento sessuale, quanto le caratteristiche genetiche ed epigenetiche dell'individuo, almeno nel 70% ed oltre dei casi. E questi sono dati osservativi certi e pubblicati, noti da almeno 25 anni.

Secondo esempio: la dipendenza (singola, scivolante o multipla).
La dipendenza da sostanze anche qui si dice essere frutto della pubblicità, della famiglia, dell'ambiente sociale e culturale in cui è inserito il soggetto. Questo si è visto essere vero in senso generico (latu senso) ma anche solo in modo superficiale; nella realtà, è certo che soggetti con dipendenza da sostanze (alcol, farmaci, droghe, comportamenti e abitudini dannose e nocive), sono a loro volta figli di soggetti nella cui storia famigliare è rintracciabile almeno un ascendente o un genitore con una storia simile, anche se non riconosciuta come malattia o riconosciuta come difetto o colpa o debolezza, come in genere sono giudicati simili comportamenti e abitudini.

Questo significa che entrambi i fenomeni riportati, necessitano almeno di due condizioni (che non conosciamo bene ma solo in senso generale e di principio scientifico): una condizione genetica, chiamiamola una conformazione genetica, presente alla nascita ma che può manifestarsi solo dopo un certo periodo di tempo, e una condizione epigenetica e personale, come ad esempio una particolare causa che funge da evento precipitante, ad esempio la perdita reale o simbolica di una relazione affettiva, un insuccesso e la disillusione conseguente, una subentrante noxae concomitante di tipo psichiatrico e altrei eventi.

In sostanza, siamo abbastanza ragionevoli se asseriamo che quando poniamo una diagnosi di dipendenza da sostanze, oppure una dipendenza da gioco patologico o da shopping compulsivo, sappiamo essere presente una predisposizione genetica nell'individuo, condizione necessaria, ancorché non sufficiente per la manifestazione del disturbo.

Veniamo al punto della corruzione: esiste una situazione simile, sovrapponibile a quella dei due esempi citati sopra, anche per la corruzione? Per meglio dire: esistono fattori genetici predisponenti che rendono maggiormente incline un individuo alla corruzione?
Ecco, il punto sta tutto nella definizione della corruzione. Pensiamoci bene, amiche e amici, cosa realmente è la corruzione? In natura, tra i mammiferi la corruzione non esiste proprio, ma esistono fenomeni di dominanza e sottomissione, di soggetti alfa e soggetti beta, e di complesse relazioni sociali, tanto più complesse quanto più sono complesse le funzioni cerebrali della specie che consideriamo. Pensiamo agli scimpanzé: questi soggetti vivono in comunità, secondo regole che prevedono lo stabilirsi di una gerarchia, un rango sociale e quindi una posizione che permette l'attendersi di riconoscimenti da parte di soggetti sottomessi e di rango inferiore.
Uno dei modi per acquisire un rango elevato, per le femmine è quello di ricevere le attenzioni di un maschio di alto rango, al punto da fare una prole assieme e si noti, anche il neonato sarà per il solo fatto di nascita (quindi genetico), un individuo di alto rango, anche se femmina. Per gli altri maschi, un modo di acquisire vantaggi conseguenti ad un rango più elevato è quello di concquistare i favori e simpatie di un soggetto di alto rango, e questo lo si ottiene attraverso una strategia spesso assai complessa che non sto qui a descrivere, altrimenti non si finisce più.
Il punto è: in questa strategia di comportamenti volti ad acquisire maggiori condizioni di sopravvivenza in società, possiamo far rientrare la corruzione? La discussione è stata assai accesa ma alla fine si è concluso che non c'è dubbio che se vogliamo restare all'interno di un contesto etologico e biologico, la corruzione va inquadrata come una strategia comportamentale che rientra nei comportamenti volti ad aumentare la possibilità di sopravvivenza dei geni degli individui che vi ricorrono, sotto forma di vantaggi secondari e primari, diretti e indiretti.

Quindi, pur non essendoci evidenze di geni della corruzione o della corruttibilità,  è molto probabile che la tendenza alla corruttibilità e alla corruzione sia anche inscritta in alcuni geni, o se vogliamo, si possa rintracciare in una configurazione genetica peraltro assai diffusa e ubiquitaria nella nostra specie, almeno quanto lo è la tendenza ad essere dei comprimari o dei dominanti.
In conclusione, se questo modo di porre il problema e di decodificarlo è sufficientemente centrato, possiamo concludere che i comportamenti corruttivi sono comportamenti molto radicati nella specie umana e difficilmente sradicabili con norme di legge o prospettazione di minacce e conseguenze negative (sanzioni sociali).
Anche perché (e se vorranno criticarci lo facciano pure), la società è pur sempre la risultante di una serie di individui, di comportamenti, di bisogni, di idee e desideri, che come sappiamo, sono inscritti in buona parte nel codice genetico dell'individuo e quindi della specie, pur con molte varianti e con un certo numero di gradi di libertà (ma non tanti, sia chiaro).
Non vorrei essere tacciato di sostenere il darwinismo sociale, che sappiamo essere una teoria filosofica e sociologica fondata su nozioni e tesi riduttive e rivelatesi in molti casi poco affidabili: tuttavia, al pari di molti sociobiologi e biologi dell'evoluzione, sono tra coloro che ritengono la società un guazzabuglio di individui uniti da pochi fini condivisi (geneticamente): l'incremento della possibilità di far sopravvivere i propri geni sia come individui che come specie e questo può avvenire solo con la riproduzione sessuale.
Questo punto ci riporta al primo tema, ricordate? Che senso biologico ha la omosessualità? Apparentemente è sensa senso, dal punto di vista biologico e evoluzionistico ma ciò nonostante, anche i geni per la depressione e per altre malattie e condizioni, ad esempio per le dipendenze, non hanno significato per l'evoluzione.
Uno dei principi però che i biologi e psicologi dell'evoluzione hanno posto in luce, è che le specie animali ammettono molto la variabilità del patrimonio genetico, in altre parole, anche se non immediatamente utile per l'individuo, i geni per la depressione sono collegati a cartatteristiche psicologiche in qualche modo non del tutto indesiderabili (profondità del pensiero, introspezione, previdenza e risparmio dell'energia), che in qualche modo, li rendono comunque idonei e meritevoli di essere trasmessi all'interno della specie, sia pure in forma recessiva e minoritaria.
Lo stesso accade per i geni dell'orientamento sessuale e probabilmente anche per i comportamenti di dipendenza e di corruzione-corruttibilità.

Uno dei casi tipici di cui stiamo discorrendo, riguarda i fenomeni corruttivi che si richiamano con il termine di Parentopoli, vale a dire il favorire un famigliare o affine, in assunzioni o conferimento di incarichi e altri favori economici e sociali. E' evidente che sicuramente il fenomeno è un tipico comportamento di tipo evoluzionista, in cui un soggetto o più, in posizione dominante, crea condizioni per favorire i loro stessi geni, almeno in parti superiori a quelle casuali. Leggete questo articolo, uno dei mille che da anni i giornali si sbizzarriscono a scrivere sui concorsi presso l'università di Bari, e pensate anche perché chi di dovere non fa quello che ci si attenderebbe.

L’università di parentopoli si chiede: “La moglie è un parente?” All’Università di Bari è sorto un dubbio amletico: “la moglie o il marito sono da considerarsi parenti?” Il momento è delicato, l’occasione propizia: c’è il bando per l’assunzione di 31 professori associati. L’Università si è fatta una cattiva reputazione, “parentopoli” la chiamano (a Economia nel 2008 un professore su 4 aveva un parente nella stessa facoltà). La legge sembra chiara ma è scritta in modo da lasciare un buco interpretativo, a voler esser pignoli: la legge Gelmini vieta le assunzioni in facoltà “di parenti e affini fino al quarto grado”.
Da cui la domanda partorita dal Collegio dei Garanti, tutti professoroni abituati a spaccare il capello in quattro: facciamo come ci dice il codice etico o osserviamo alla lettera la legge dove non c’è traccia né menzione delle parole moglie, marito, coniuge? Sull’arduo dilemma il Senato accademico è chiamato ad esprimersi. Il presidente del Collegio ha invitato tutti a interpretare la legge in modo corretto, in pratica li ha pregati di non fare i furbi.
Tanto più che esiste già una sentenza dell’Abruzzo che ha annullato l’assunzione di un coniuge all’Università di Teramo basata proprio sul fatto che la legge non citi espressamente i coniugi in tema di limiti nelle assunzioni: “se l’affinità presuppone il coniugio, la ragione di incompatibilità riferita all’affinità (si badi, fino al quarto grado), a maggior ragione, deve valere per il coniugio” dice la sentenza. Non sembra di difficile né oscuro, forse non esattamente fluido e stilisticamente poco apprezzabile. Ma chiaro. Come chiari sono i motivi di una certa reputazione.
Il tormentone di Parentopoli, all’ateneo «Aldo Moro» di Bari, va avanti da tempo immemorabile. «Per anni giornali, settimanali, libri e tv hanno elevato agli onori della cronaca i casi di alcune famiglie particolarmente portate alla carriera accademica — scrive Roberto Perotti già nel 2008 —. Nella facoltà di Economia sono noti i casi della famiglia Girone, con l’ex magnifico rettore Giovanni professore di Statistica, la moglie Giulia Sallustio, tre figli, un genero tutti docenti nella stessa facoltà; o della famiglia Massari, con Lanfranco professore di Economia aziendale, due fratelli, e almeno cinque tra figli e nipoti, a Bari e atenei limitrofi; o della famiglia Tatarano, con il padre Giovanni e due figli, tutti docenti di Diritto privato e tutti nello stesso corridoio». (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera)
Dipendenti pubblici, nel 2014 in 13mila rubano 6 miliardi. Tra il 2013 e il 2014 (fino a settembre) 13.355 dipendenti pubblici disonestihanno causato un danno allo Stato stimabili in 5 miliardi e 789 milioni di euro. Lo dice un rapporto firmato Guardia di Finanza e Corte dei Conti.
Parliamo di funzionari statali che rubano all’amministrazione, frodano sui fondi europei, truccano gli appalti, pilotano le gare, affidano costose consulenze esterne per simpatia e interesse. Il documento segnala e certifica la corruzione quale pratica nazionale: si froda, si omette, si abusa perché incentivati a prendere mazzette al solo scopo di arricchimento personale.
La sanità è l’ambito privilegiato della mala gestione nella cosa pubblica. Solo nel 2014 c’è stato un incremento del 24% nel numero dei casi: la Calabriaveste la maglia nera. Si va dalle mega truffe al medico che firma il cartellino in ospedale e intanto visita privatamente, o il direttore sanitario a Spoleto che invece di dirigere se ne stava alla Onlus da lui fondata non rinunciando però all’indennità di esclusiva.
Nulla, in termini di costi, rispetto a quanto succedeva alla Asl Napoli 1 Centro: la Finanza ha verificato come tutti i fornitori venissero pagati due volte, 32 milioni di aggravio erariale. Questo per spiegare anche il buco perenne sulla sanità in carico alle Regioni.
A 15 amministratori è stato chiesto conto per questa emorragia indotta, insieme alla richiesta di spiegare perché documenti e fatture per 560 milioni di euro fossero finite in uno scantinato abbandonato. E’ anche per questo che i conti delle Regioni, prima che fuori controllo sono imperscrutabili e quindi non rintracciabili al radar di una seria spending review.

Alla prossima, amiche.

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