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Luigi Zoja (1943) è uno psicoanalista italiano. Laureato in economia, ha compiuto le prime ricerche
sociologiche nella seconda metà degli anni sessanta. Ha studiato presso il C. G. Jung Institut di Zurigo. I suoi saggi e libri sono pubblicati in 14 lingue. Laureato in Economia, cominciò i suoi studi in ambito sociologico a partire dalla fine degli anni sessanta. Di lì a poco, frequentò l'Istituto C.G. Jung di Zurigo, presso cui conseguì il diploma di psicologo analista e successivamente insegnò.
Partecipa ai principali Festival di cultura italiani e pubblica articoli su: L'Unità, Il Fatto Quotidiano, Il Venerdì di Repubblica, Il Manifesto.
Premetto e chiudo, che il breve e sintetico percorso descritto sopra da wikip, per me è sufficiente per capire subito il personaggio e quello che rappresenta dal punto di vista culturale e non certo scientifico.
Che poi sia un maestro per alcuni, uno psicoanalista e un docente universitario, per me è del tutto irrilevante, dal momento che non mi occupo che di scienza e non di sociologia o altro (e basta vedere quanti testi di sociologia cercano penosamente di stabilire delle regole per la ricerca e metodologia scientifica, a significare che l'oggetto di studio della sociologia, è difficilmente scientifico ma intrecciato con la componente umanistica, filosofica e di relazione a un sistema di valori che ad esempio in medicina sono completamente assenti).
Che poi il professore o dottore in questione sia un punto di riferimento per certi personaggi della sinistra al caviale, per me è un fatto da sbadiglio: quando mai la sinistra ha veicolato solidi e validi ricercatori, in grado anche, e non solamente, di inserirsi nel dibattito politico e culturale? Al netto di tutto, i tanti vati della cultura di sinistra si riducono a una quantità di ciarpame culturale.
Ne ho parlato solo perché durante un percorso in auto, ho sentito tale genio del giornalismo di sinistra, farne il nome, presentandolo come un punto di riferimento per i fenomeni che affliggono il nostro vivere quotidiano; ma va!
Che poi il professore o dottore in questione sia un punto di riferimento per certi personaggi della sinistra al caviale, per me è un fatto da sbadiglio: quando mai la sinistra ha veicolato solidi e validi ricercatori, in grado anche, e non solamente, di inserirsi nel dibattito politico e culturale? Al netto di tutto, i tanti vati della cultura di sinistra si riducono a una quantità di ciarpame culturale.
Ne ho parlato solo perché durante un percorso in auto, ho sentito tale genio del giornalismo di sinistra, farne il nome, presentandolo come un punto di riferimento per i fenomeni che affliggono il nostro vivere quotidiano; ma va!
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