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Superamento del FACS nella detection delle espressioni facciali- Articolo di A. Lorenzi

Il sistema denominato FACS, acronimo di Facial Action Coding System, di Ekman
e altri, è quello su cui mi sono addestrato e su cui ho basato (e tuttora baso) le mie linee teoriche nella detection (riconoscimento) delle espressioni facciali.
Devo però riconoscere che a cominciare da una quindicina di anni  fa, ho iniziato a notare un certo scollamento tra la detection statica e quella dinamica delle espressioni facciali degli stessi soggetti.
In altre parole, quando disponevo di un buon filmato (ad esempio dell'interrogatorio) della persona in analisi, tutto il processo di detection era assai semplificato e ottenevo una concordanza estrema tra le immagini che estraevo dal filmato (frames) e le conclusioni  cui arrivavo dall'analisi del filmato in movimento (Visual Motion Facial Analysis, VMFA).
Le cose sono iniziate a cambiare sensibilmente per la mia esperienza soggettiva e pratica, appena sono riuscito a disporre di una serie di compiuter collegati tra loro in serie, e soprattutto di un software di lavoro di immagini tridimensionale, in grado di compiere tutta una serie di operazioni veramente notevoli sul processo in analisi. Il software in questione è un programma (o meglio una serie di programmi), che prendono  nome di Reallusion iClone PRO v4.3.1929.1.
Questo incredibile programma, per niente dedicato all'uso delle forze di polizia e di profesionisti, quanto pensato per creare soggetti in movimento, tipicamente un programma per la creazione di animazioni 3D, mi ha permesso di portare a termine quelle verifiche che ormai ritenevo necessarie, e che mi hanno condotto (e non da solo, dal momento che ormai le cose sono ben cambiate), a superare il sistema FACS di codifica del riconoscimento facciale.

Il punto di partenza era semplice: l'analisi espressiva non si poteva condurre a termine in modo affidabile, almeno per uno specifico caso, con la semplice estrapolazione di singoli frames da una sequenza dinamica (videomotion). Questa ipotesi, poi puntualmente verificata da me e da molti altri, almeno in termini pratici, poi anche con studi mirati e controllati, scardinava il sistema di Ekman e colleghi, decretandomne il superamento.
Irfan A. Essa, ha riepilogato bene la situazione in una importante (per noi specialisti, o meglio, ultra specialisti), studio, che riassume lo stato dell'arte sopra riepilogato.

Il punto di partenza anche per Essa, è la impossibilità di condurre una analisi affidabile e concordante, solo dall'estrapolazione di immagini in 2D, ossia le comunissime immagini che girano su un qualsiasi computer, e in special modo, su quelli che erano disponibili fino a una decina di anni fa.
Da tempo infatti, i processori sono divenuti a multi cores, cioè, sono integrati sullo stesso chip più microprocessori, ciascuno dotato di una memoria grafica di lavoro, consentendo una analisi dei dati enormemente più veloci.
La conseguenza è che i programmi che prima erano in 2D sono stati convertiti anche in 3D, cambiando notevolmente la prospettiva di lavoro e analisi.
Quello che oggi e da alcuni anni facciamo, praticamente ricade nella definizione del modellamento di immagini in 3D (3D Modeling), in cui ad esempio, anche le singole immagini estratte da un filmato, vengono processate e rimodellate in una sequenza tridimensionale, quindi con volumi che la rendono realistica, e con la possibilità di ricrearne il movimento originale o a piacere; in altre parole, non solo ricreiamo una sequenza 3D, ma la mettiamo in movimento.
Questo processo di analisi si chiama Dynamic Modeling and Estimation, e conduce ad una analisi molto più raffinata e precisa.

Ecco dei semplici esempi che illustrano quello di cui si parla:


 







Non è tutto: una volta per avere un modello in 3D, occorreva una ricostruzione modellata in gesso o creta, mentre oggi possiamo ricorrere alla scultura 3D virtuale in questo esempio:

Images taken from http://www.phungdinhdung.org/

Avevo già parlato qualche mese fa di questi aspetti sul sito fibromind, e rimando al link http://fibromind.blogspot.it/2011/08/un-set-di-software-per-lanalisi.html
Bene, oggi sapete che per un uso corretto e non criticabile (almeno sul piano procedurale e teoretico), di un lavoro di analisi facciale applicata ad un caso specifico, si deve ricorrere a questo tipo di analisi e di linea teoretica.
A risentirci,
alfredo lorenzi
Biosincr - Basil

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