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Roman Polansky e la sodomia con Samantha Geimer, dalla Svizzera con amore: ovvero la doppia morale della Sinistra al Caviale.

Dopo aver perso la moglie, una delle tante biondine tutto pepe affluite ad
Hollywood con il mito del cinema, moglie che era in cinta del loro figlio, otto anni dopo, nella famosa Mullholland Drive, vero viale del tramonto, abitato da molti divi del passato e del presente (Warren Beatty, mi ricordo di averlo incontrato davanti casa), nella abitazione del divo Jack Nicholson, che ha iniziato la sua carriera con filmetti tipici di certa finta cultura Hippy, inutile nominarli, e sempre in prima fila nei party e dico solo party, (i Beatles ne sanno qualcosa quando andarono al Whisky a go go, il locale della Sunset, sede della cultura dei falsi hippies con le scarpe da 100 dollari ai piedi, alla Nicholson, appunto), tipicamente hollywoodiani, in una serie di incontri con l'allora tredicenne Samantha Gailey (Geimer da sposata), ha finito per indurla, con l'inganno, le false promesse, e udite bene, l'uso di alcol e sostanze, in una atmosfera intima, dove, dentro la sontuosa vasca da bagno del Nicholson (dove l'attore incontrava le sue ammiratrici e concquiste), finiva per trascorrere un intero pomeriggio facendo sesso a tutto spiano, compresa una lenta quanto dolorosa sodomia (meglio non negarsi niente, no?).Samantha Geimer - Ieri e oggi
Intendiamoci, pratiche di sesso misto, orgie, scambi di coppia, e anche casi incestuosi erano all'ordine del giorno nella California di Los Angeles del periodo (e anche di oggi), dico, erano di moda, ad esempio una delle figlie di John Phillips, il genio dei Mamas and Papas, ha scioccato tutti quando ha rivelato durante lo show più seguito d'America, di aver fatto sesso molte volte con suo padre, morto da pochi mesi, che inoltre l'aveva lasciata insidiare quando era tredicenne dal noto maniaco dei Rolling Stones (non dico altro), spesso ospite a casa sua, dove si tenevano veri e propri party rimasti memorabili per i fiumi di alcol, sesso e droga (Phillips fu anche condannato per spaccio). 
(Una nota: ho conosciuto personalmente John Phillips nel 1984, e non solo lui, e ne conservo il ricordo di un genio, altissimo, con in testa un cappello di raso bianco, magrissimo, barba incolta ma non lunga, con uno sguardo molto penetrante e sornione: ripeto, artisticamente un genio, non inferiore a Lennon e Mc Cartney e al suo grande amico, Brian Wilson, altro genio della Los Angeles di inizio anni sessanta).

Risultato: da anni Polansky è un rifugiato, un esiliato politico, ricercato dall'Interpool per conto dello Stato della California, Dipartimento di Giustizia, con il reato già provato e condannnato di SODOMIA  e VIOLENZA SESSUALE SU MINORE, che in California vi garantisco non vale meno (con il perdono della vittima) di una ventina di annetti, mentre, senza il di lei perdono, e senza risarcimento, vale almeno una trentina d'anni.
Ora, quanto al risarcimento, sappiamo per certo che gli avvocati della minorennne, hanno ricevuto una somma nemmeno di mezzo milione di dollari (molti anni fa, quindi circa un milione e mezzo degli attuali), una cifra del tutto ridicola, che pagate le parcelle dei legali non lascia quasi niente alla povera Samantha, che va ricordato, era una ragazzina di Hollywood, cresciuta in una famiglia della medio borghesia, con il sogno di diventare modella e fare del cinema (e te pareva!).
Quale migliore occasione che recarsi nell'abitazione del divo Nicholson, dove un regista cult le avrebbe fatto delle foto (che poi sono entrate in una bagatella legale e restituite solo da pochi anni dal Polansky alla sua vittima, anche perché alcune la ritraevano in pose di nudo e assai ammicanti... non so se mi spiego...) e le avrebbe poi sottoposte al vaglio della produzione dei potentati amici produttori ebrei wasp per la maggior parte, notoriamente progressisti e sempre aperti verso ogni battaglia per le pari opportunità e parità dei diritti - Polansky stesso è diciamo un tipico esponente di certo giudaismo wasp, contro il quale nel 1970, in una famosa intervista, i coniugi Lennon si scagliavano con il massimo disprezzo (...- i commercianti e tenutari di gallerie d'arte sono a New York ebrei wasp, capito, e sono persone da spuutargli addosso a loro e ai loro artisti che promuovono...- diceva Yoko Ono, con l'assenso del povero John Lennon).

Va bene, quindi torniamo a noi, o meglio, torniamo alla Svizzera, luogo di confine di rifugiati e perseguitati politici ma anche di evasori, estorsori, traffici illeciti internazionali (armi eccetera), giochetti bancari di ogni tipo e non ultimo, di veri e propri fuggiaschi, inseguiti da decenni dalle polizie di mezzo mondo, che solo in Svizzera, per l'Europa Occidentale, possono trovare solide garanzie di non rimpatrio. 
Quindi Polansky se la spassa in quel di Svizzera, assieme ad altri fuggiaschi (una la cito solo per conoscenza diretta, la segretaria del Maestro, l'idolo di Rostagno e degli Arancioni, Ma Sheela, che dopo aver subito in Oregon un processo, è riparata in Svizzera nel 1991, sfuggendo al secondo processo per attentato al governatore dell'Oregon e avvelenamento delle acque potabili di una cittadina, quella dove gli Arancioni erano insediati vicino, che probabilmente si chiuderebbe con una condanna a soli quindici annetti, non di più ma nemmeno  non di meno), infischiandosene delle leggi e dei pentimenti (un pentimento non è mai avvenuto da parte del Polansky, che ha lottato ferocemente ad ogni passo dei legali della Gailey, contrastandone e sbarrandone le ricieste e sottraendosi ad ogni inpegno e riconoscimento, non ultimo quello di restituire le foto e i negativi delle pellicole scattate nei giorni precedenti a quello della sodomia: restituzione che è avvenuta solo parzialmente e solo tre anni fa). 
Anche quanto al pagamento, si è detto che la signora Geimer aveva perdonato (a parole) il Polansky a motivo dei dollari ricevuti dallo stesso, ma ripeto, sappiamo che la cifra in questione è pari a non più di odierni un milione e messo di dollari, una cifra che pagati gli avvocati e detratte le spese, non consente certo di far scoppiare di benessere la Geimer. 
Tanto più che il Polansky ha da sempre negato di accettare qualsiasi pagamento e o risarcimento, e il mezzo milione di dollari era solo una concessione per motivi diciamo pro bono pacis, o caritatevoli. Occorre ricordare che la carriera del polansky ha subito un parziale crollo, anche se in seguito ha continuato in Europa , con produzioni franco-svizzere,  ha girare almeno un paio di buoni film, uno dei quali pluri premiato a Cannes e Berlino.

Recentemente, Polansky si è preso la briga di girare un documentario che riassume la sua versione dei fatti, spendendo qualche milione di dollari per capirci, dal titolo: Roman Polanski; A film Memoir, nel 2011, visto da nessuno: inoltre, se andate a sentire in giro, da sempre Polansky non ha mai goduto di particolari simpatie nell'ambiente del cinema.
Insomma, anche questa iniziativa sottolinea la volontà del Polansky di sottrarsi da qualsiasi responsabilità e negare ogni addebito.
Nello stesso anno, 2011, la Geimer ha tenuto una toccante e interessante intervista al Larry King Live, il programma di punta serale della CNN, dove la quarantacinquenne Samantha, con cipiglio e fierezza, ma anche con pacatezza rivelava particolari anche molto scabrosi, che infervoravano i giudici della California per tornare alla carica per farsi spedire il Polansky e condannarlo.
Da poco è uscito il suo libro, con la sua versione e la sua storia, il suo percorso di recupero e integrazione di quella brutta esperienza, e che la vede in copertina in una foto fattale dal Polansky. Si sa, vendere il libro è lo scopo dell'imprenditore e le regole, almeno in questo caso, sono state rispettate perfettamente.
Saluti e baci da al e Amida.


LA VERSIONE DI POLANSKI DAL SUO LIBRO BIOGRAFICO DEL 1984.

Altro che ragazzina innocente e ingenua....
A Gerald Azaria caporedattore di Vogue Hommes che gli chiedeva con insistenza una intervista pubblicando la foto esclusa, il regista propose un proprio servizio fotografico sulla falsariga delle ninfe sfocate e velate di David Hamilton, ma con un piglio diverso: «le voglio sexy, impertinenti, umanissime».
Per la location, Polanski ha in mente le ville dei suoi amici, tagliate in due da Mulholland Drive. Manca una modella. Su segnalazione arriva a quella che nella biografia chiamerà fittiziamente Sandra, descritta come «una magnifica adolescente che voleva fare la modella, già apparsa in un telefilm pubblicitario».
Sandra vive con la madre Jane. Per Polanski tutto si svolge alla luce del sole: continua a vagliare contratti e proposte, è determinato ad ottenere la cittadinanza americana. A casa di Sandra, trova uno strano personaggio, Bob, in apparenza convivente di Jane, redattore del periodico Marijuana monthly, che successivamente scoprirà in atteggiamenti ambigui con Sandra, la quale però non fa impazzire Roman: «Ero piuttosto deluso, aveva la mia statura, sottile e aggraziata, con una voce sorprendentemente fonda per la sua età».
Pressato dalla madre, Polanski suggerisce il nome del suo agente. Anche Bob vuole qualcosa, una intervista con Nicholson. Nulla da fare per entrambi, forse è più vicino Polanski a prendere una green card. Il primo set vale due rullini, un'ora da soli, fuori mentre la madre è in casa. Sandra indossa una «studiata indifferenza tipica di un'adolescente che voglia fare la distaccata»
Frequenta «ragazzi cattivi, che bevono e si fanno», di psicofarmaci, «e non di canne come mia madre». La sua prima esperienza sessuale? «A 8 anni». Altra location, nella vuota casa di Nicholson. Polanski ottiene il permesso, brinda con la vicina di casa. Poi le foto. Tra una posa sexy e l'altra, Sandra telefona alla madre ma ha pure un attacco d'asma nella Jacuzzi.
Poi tutto rientra e si consuma l'amplesso: «Non potevano esserci dubbi sulla esperienza e la mancanza di inibizioni». Sopraggiunge Anjelica Huston che non sapeva di Polanski, il quale saluta di fretta e se ne va «con una Sandra tranquilla». Nel mostrare le diapositive a Jane e Bob si fumano spinelli. Ma il giorno dopo «Jane era furibonda per le foto orribili».
Poi l'arresto. La perquisizione in casa Nicholson trova cocaina e mariujana imputabili alla Huston che si defilerà per non essere coinvolta. Polanski non riesce a dimostrare che lavora su commissione. Scopre pure che l'attacco di asma è simulato. Solo Dino De Laurentiis gli è vicino.
Gli avvocati trattano: «Il procuratore distrettuale cassò cinque dei sei capi d'accusa, lasciando solo quello di corruzione di minorenne. 
Mi dichiaro colpevole». Ma l'età di Sandra lo obbliga a due perizie psichiatriche di cui una in carcere, dove sta 42 giorni.Il capriccio del giudice Rittenband può portare addirittura a una detenzione indeterminata. Polanski allora fugge. Dalton presenta istanza di ricusazione di Rittenband. Il nuovo giudice decise così: «Se e quando Polanski ritornerà chiederò il rinnovo dell'istruttoria e poi si vedrà». La parola ora è di nuovo a Polanski.
Poi si arriva al 2009, con la richiesta di estradizione, negata dalla Svizzera, e gli appelli dell'ambiente, in favore di Polansky, tra i quali, di parte italica:
A favore di Polanski da ieri si stanno mobilitando intellettuali e artisti con una petizione dove si chiede la liberazione già firmata da Monica Bellucci, Scola, Bellocchio, Tornatore, Placido, Sorrentino...
Come si vede tutta gente della sinistra militante al caviale, ti pareva.


Polanski non è stato rintracciato per aver scordato di pagare un po' di multe, tenuto droghe per uso personale o costruito un gazebo abusivo nella sua villa di Los Angeles. Aveva stordito una quasi bambina e le aveva fatto di tutto.
Roman PolanskiROMAN POLANSKI
È, e resta, un reato grave. E non, come si leggeva ieri su Libération, «une affaire de moeurs vieille de 30 ans». I moeurs, i costumi, sono liberi nell'occidente civile da decenni e si spera lo restino. Tra adulti consenzienti, magari. Il portavoce dell'Ump obietta - e il principio non è insensato - che «l'assenza di prescrizione nel diritto americano rende gli Stati Uniti una democrazia particolare».

Però è una democrazia dove Polanski aveva scelto di vivere. E i tempi di prescrizione dovrebbero dipendere dal delitto commesso. E forse lo stupro di una tredicenne non dovrebbe andare mai in prescrizione. È un danno gravissimo al diritto di essere tredicenni, soprattutto. Insomma, non «tout le monde est derrière Polanski», non tutti sono con lui. Ma non spieghiamolo ai registi, agli attori e ai ministri francesi; spieghiamolo alle ragazzine (per favore).
Come si vede, l'equivalente francese de L'Unita, tratta la vicenda come un fatto di moralità vecchio di trent'anni. Ma vadano affanculo loro e tutta la sinistra al caviale... che poi sono dei bigotti con doppia morale (Double Standard).

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