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Sito dell'Associazione Italiana per lo Studio e Ricerca sui Comportamenti Violenti -CRCV- Italy. ---------- Violent Behavior and Prevention Research Center - VBRC -Au-- Lorenzi Alfredo, Neurobiol, Neurosc.Human Behavior Biosincr - Basil--Davis CA -- Karin Hofmann, Phd Aggressive Behavior--Au

Margherita Carlini altra criminologa da televisione, vediamo il curriculum.

Se andate su youtube, trovate il canale di La7d, dove hanno applodato uno dei
soliti tormentoni a puntate, sui casi della criminalistica da televisione. La specialista criminologa questa volta, non è la super curricolata dott. Bruzzone, ma tale Margherita Carlini, di cui mai avevo sentito parlare e nemmeno oggi, confesso. Dico subito, che non avevo dubbi, dico si non avevo dubbi su cosa mi aspettavo di trovare (o di non trovare...).
Il criterio è che quanto più qualcuno si spalma in televisione e sui media, quanto meno è certificato il suo curricolo e meno gode almeno in generale, della stima del mondo accademico, e a volte anche di quello professionale (sia pure con molti seguaci e invidie).
Ma questo articolo è soprattutto, una considerazione di tipo sociologica, centrata sul perché, come e chi decide che qualche professionista di qualsiasi materia, debba o possa finire davanti alla telecamera di una televisione, soprattutto a diffusione nazionale. Sappiamo che in ambito professionale, le quotazioni del professionista si basano sul percorso di studi, sui suoi titoli e sul percorso di esperienze compiute: nessuno si farebbe operare da una bellissima chirurga con occhi verdi, che però vantasse solo il conseguimento del titolo di specialista in chirurgia da pochi giorni, per qanto conseguiti anche con il massimo dei voti, quando si può optare per un chirurgo di età avanzata, dotato di molta esperienza e con molte operazioni di quel tipo alle spalle, e con buoni esiti generali.
Vediamo che tutto questo non sempre è vero per le Tv nazionali, dove solo un ristretto giro di professionisti ne fanno parte da anni, nonostante che fior di colleghi se ne tengano e siano lasciati fuori dall'uscio.
Personalmente posso dire che ho declinato un invito e inoltre non credo che la mia faccia sia una di quelle televisive, sempre sorridenti o al contrario sempre serie e professionali. Inoltre, so benissimo di possedere un alto potenziale di imbarazzo per un ambiente pubblico in genere, dal momento che esprimo i miei criteri e considerazioni sempre fuori dai denti, senza avere riguardi per niente e nessuno, quando in pubblico so prevalere logiche di opportunità (comprensibili ma che non mi appartengono e di cui non mi importa nulla. Sono un Fauve.).

Vedremo che praticamente tutto quanto ha conseguito, dopo la laurea in psicologia, la dottoressa Carlini, è un Master credo tenuto o dove c'era dentro a qualche titolo, il Professor (che poi non è un professor, lo vedremo anche da wikipedia), dottor Massimo Picozzi, vero e primigenio prototipo, assieme al professor Bruno, (questo mi risulta veramente professore, oltre che collaboratore dei Servizi...) della figura del criminologo da televisione. E pensare che quello che avrebbe potuto essere il vero primo grande criminologo italico, è stato il dottor Perugini, fiorentino, però non una figura indipendente, come a nostro avviso è richiesta per essere realmente considerati dei professionisti (il criterio di non rispondere che alla scienza è basilare e non si può rispondere solo alla scienza quando sei dipendente solo da qualcuno, chiunque sia).
Come ricercatore, sono stato pagato dalla multinazionale che mi aveva arruolato e infatti, non vanto per tale attività alcuna indipendenza, sia chiaro, ma per il resto, solo la scienza è davanti a me, solo e sempre. E non sputo nel piatto dove ho mangiato, sia chiaro anche questo; che se dovevo aspettare quei bravi commissari di concorso universitario, sarei ancora a far la fame... Ma non ho nulla da riproverarmi, nè acredini dal momento che mi sono sottratto a tali corvées indecorose, riparando all'estero, come molti di quelli che erano attorno a me.
No rimpianti, no rivendiche, nessuna rivalsa da vantare, solo il sorriso di chi l'ha scampata.

Vado su google e cerco letteralmente: margherita carlini curriculum, ecco cosa mi appare, in prima riga di ricerca.
https://www.google.it/webhp?source=search_app#hl=it&safe=off&sclient=psy-ab&q=margherita+carlini+criminologa+curriculum&oq=carlini+crim&gs_l=hp.1.2.0j0i5i30l2.0.0.3.185.0.0.0.0.0.0.0.0..0.0...0.0...1c..7.psy-ab.RLYQs324sOA&pbx=1&bav=on.2,or.r_cp.r_qf.&bvm=bv.44442042,d.ZWU&fp=b1dc94d1fcc6ffa2&biw=1163&bih=620
Verbale commisione giudicatrice per un posto ricercatore mpsi 8, facoltà di giurisprudenza di Macerata del 8.2.2008. Psicologia Clinica (già mi chiedo cosa c'entra la facoltà di giurisprudenza con la psicologia in generale e clinica in particolare, dal momento che i giuristi di psicologia non ne capiscono e sanno niente, ma questa è una considerazione in generale).
Relazione finale:
omissis...

Successivamente sono stati fatti accedere nell’aula i candidati; risultavano presenti n. 6  candidati.
Il tema estratto ai fini dell’espletamento della prova è stato il seguente: “ Usi e abusi dei reattivi mentali in Psicologia Clinica”....


Sulla base della votazione la Commissione, ai sensi dell’art. 4, comma 13 del D.P.R. n. 117/00, ha quindi indicato  come vincitore nella procedura di valutazione comparativa a n. 1 posto di ricercatore universitario, settore scientifico-disciplinare M/PSI-08 Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Macerata, il candidato Curtolo Cristina. Il Presidente, preso atto di quanto sopra, ha quindi invitato la Commissione a redigere collegialmente la presente relazione finale e a controllare i verbali e gli allegati cui si fa riferimento.
Tutto il materiale viene sistemato in plico chiuso e firmato da tutti i componenti la Commissione sui lembi di chiusura.
La Commissione viene sciolta alle ore  18.30  del giorno 12.06.’09.
Il presente verbale viene redatto, letto e approvato seduta stante.

Macerata,12.06.’09



ALLEGATO N. 1
(Giudizi sul curriculum,  titoli e sulle pubblicazioni)


CANDIDATO: CARLINI Margherita

CURRICULUM
Nata nel 1978, laureata in Psicologia clinica, ha conseguito un Master di secondo livello in “Criminologia forense”. Non presenta attività didattica né pubblicazioni ufficialmente edite. 

GIUDIZI INDIVIDUALI

Prof. Imbasciati Antonio
La candidata, in base alla documentazione presentata, ancora deve implementare le sue competenze nelle aree del settore in oggetto.
Dott. De Caro Maria
Considerata la formazione attuale della candidata, è opportuno che sviluppi  la sua produzione scientifica nell’area psicologico-clinica..
Prof. Gentili Paolo
La candidata, che presenta un valido impegno nella sua attività psicologica, deve ancora formarsi negli interessi e competenze scientifiche nelle aree  proprie del settore disciplinare.
GIUDIZIO COLLEGIALE:
Dalla documentazione presentata alla commissione, se pur indicativa un serio impegno nel percorso formativo, la candidata non risulta ancora matura  nella sua formazione relativa al settore disciplinare in oggetto.
E vorrei sapere cosa significa che il candidato (o meglio, la candidata Carlini), non risulta ancora matura, a meno che qualcuno dei professori non mi espliciti e sarebbe bene farlo prima di iniziare in concorso, quali sono i requisiti minimali per considerare il proprio percorso di studi e attività, almeno in linea teorica ma sempre con grande coerenza, dico, con pochi margini di libertà, valutabile sicuramente come idoneo e maturo per le attività che scaturiscono da tale curricolo e per l'idoneità alle attività del concorso. Diversamente, siamo nel vago, nel diudizio insindacabile, nella valutazione puramente soggettiva, senza alcun termine obiettivo di confronto e conformità preventiva. Lo ripeto, assieme al bando e alla materia, si devono indicare i requisiti che rendono validabile il proprio percorso formativo e le prove cui il candidato è sottoposto, che come si capisce, dovrebbero essere le meno soggetive possibili. Quindi non temi o argomentazioni da presentare all'orale ma una semplice prova collettiva, in cui a tutte le candidate si somministra un test a scelta multipla, un test generale per il Q.I. e infine un breve colloquio, vertente sulle risposte errate del test, sempre che ce ne siano. Diversamente, lo ripeto, il tema e l'orale corrono il rischio (per me sono di fatto) di essere delle mortificanti prove volte a fornire un giudiziio di idoneità di una persona ad una attività, basate su criteri puramente soggettivi.
Ad esempio, nel caso della vincitrice, se io fossi un esaminatore, boccerei subito la concorrente, proprio per la sua partecipazione alla prestigiosa clinica....

Curriculum della vincitrice
(premetto che se fosse per me, ogni e qualsiasi percorso di studio e di attività post laurea non mi può fregar de meno, dal momento che a quanto ho appreso, vale enormemente il corredo di pubblicazioni dotate di autorevolezza, ottenute e vantate, ben dimostrabili e leggibili da tutti (da tutto il mondo)).
Addirittura, dal mio p.dv. il Master presso la prestigiosa Tavistock è quello che mi fa capire quanto poco scientifico sia l'indirizzo clinico seguito dalla vincitrice, dato che considero il percorso psicoanalitico del tutto inconsistente scientificamente, per quanto serio, anzi serissimo...).

CANDIDATO: CURTOLO Cristina

CURRICULUM
Nato nel 1961, dopo una laurea in Pedagogia e una successiva in Psicologia, si è dedicata continuativamente alla psicologia clinica .Ha conseguito un Master in Psicoanalisi nella prestigiosa Tavistock Clinc a Londra e una Specializzazione in psicoterapia per bambini adolescenti e famiglie in una scuola italiana legalmente riconosciuta.E’ quasi completato il rigoroso percorso, di analisi personale e di formazione istituzionale,entro il training della Società Psicoanalitica Italiana (SPI),scuola di psicoterapia legalmente riconosciuta. Ha svolto una intensa e continuativa attività didattica ultra decennale come professore acontratto in corsi universitari ufficiali,inizialmente nel settore M/PSI 04 e dal 2002 nel settore in oggetto. L’attività clinica è stata svolta con continuità lungo il suo percorso formativo psicoterapeutico e psicoanalitico.
Presenta tre libri di cui è unica autrice,un capitolo in libro e due articoli su riviste nazionali, oltre numerosissime comunicazioni a congressi. (Anche qui, se non mi si dice quali sono i Congressi, da chi organizzati e con quali titoli e credenziali, nonché oggetto delle comunicazioni e interventi, cosa posso dire?).

GIUDIZI INDIVIDUALI

Prof. Imbasciati Antonio
La candidata presenta un curriculum ricco,rigoroso,pertinente e continuativo sia dal punto di vista didattico, che scientifico, che di percorso formativo personale.
De  Caro Maria
Le pubblicazioni presentano carattere di originalità e di interesse su argomenti sostanziali.
 Prof. Gentili Paolo
Attività didattica continuativa ,rilevante e pertinente, presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Verona.

GIUDIZIO COLLEGIALE:
Curriculum formativo impegnato,pertinente,rigoroso e continuativo con una concomitante relativa produzione scientifica , attività didattica e formazione personale.


Dopo le prove scritte, ecco la situazione:
Considerati i risultati delle prove la Commissione dichiara ammessi alla prova orale i seguenti candidati:
Carlini Margherita
Castelli Noemi
Curtolo Cristina
Crocetti Elisabetta
Aschieri Filippo Carlo
Perrella Raffaella 



Macerata, 11.06.’09

ALLEGATO N. 9
(Valutazioni comparative)

CANDIDATO Aschieri Filippo
Il candidato presenta ancora una formazione ancora in fieri e da approfondire e ampliare le tematiche della psicologia clinica. 
CANDIDATO Castelli Noemi  
Il candidato risulta mancante dei requisiti minimi per ricoprire il ruolo in oggetto
CANDIDATO Crocetti Elisabetta  
Il candidato necessita di una maggiore padronanza della materia in oggetto per completare un idoneo percorso formativo.
CANDIDATO Curtolo Cristina 
Il candidato una piena competenza e formazione nei vari ambiti della psicologia clinica.
  CANDIDATO Perrella Raffaella
Il candidato, nonostante una valida formazione, necessita di ulteriori completamenti delle sue competenza clinica globale.  
Sparisce la candidata carlini dal documento, che non riporta altro.


Vediamo alcuni punti della attività di esperta di profilo personologico della dottoressa Carlini. 
Ancona, 11 febbraio 2012 - Una signora in giallo. Cresciuta con lo stornello tv di Angela Landsbury.Margherita Carlini, professione criminologa, è stata allevata alla corte del professor Picozzi. Ha poco più di trent’anni, ma ne ha viste come se ne avesse il doppio. E’ dorica nel cuore e passerà alla storia come consulente di parte per la famiglia Rea. E non solo.
Dottoressa Carlini, il suo sta diventando un lavoro di «moda»...«Mi sono laureata in psicologia, a Urbino. Poi è arrivato il master con Picozzi: era il biennio 2006-2008. E ora, eccoci qui».Perché proprio questa strada?«Pensi che ai tempi del tirocinio ho lavorato in carcere».Lei è anconetana. Ma solo sulla carta d’identità?«Sono nata qui. In via Marini. Ho frequentato lo scientifico, il ‘Savoia’. Le medie l’ho fatte dalle Maestre Pie».Segue il caso di Melania Rea. Ci sono altre esperienze forti nel suo curriculum?«Collaboro dal 2007 con la questura di Roma come consulente esterno del ‘Cold Case’. Ho iniziato a lavorare con la procura per fare analisi criminologiche. Ricordate il caso dei 17 anziani morti?».
La sua attività la gestisce da uno studio?«No, sono itinerante e lavoro a casa. Io vivo a Recanati e sono mamma di un bimbo».
L’appassionano gli horror?«Il più horror che ho visto è stato ‘Il silenzio degli innocenti’. I film mi turbano, ma non la realtà».
Lei è responsabile dello sportello anti stalking d’Ancona. Quanti casi capitano?«Due o tre a settimana. Davvero tanti».
Il più eclatante?«Una signora perseguitata da 23 anni. Da un’ex della sua adolescenza».
 di Giorgio Guidelli
Terza riga di google

Melania Rea: il gup esclude le criminologhe Roberta Bruzzone e Margherita Carlini

TERAMO, 30 MARZO – Si svolgerà il 13 luglio il processo con rito abbreviato nei confronti di Salvatore Parolisi

Durante il processo il giudice ha escluso le due criminologhe, Roberta Bruzzone e Margherita Carlini, consulenti della famiglia Rea. La Bruzzone era stata incaricata dall’avvocato Gionni, legale della famiglia Rea, di analizzare la scena del delitto e ricostruire la dinamica dell’omicidio attraverso la valutazione delle tracce ematiche lasciate nel bosco di Civitella.
Il gup Tommolini ha ritenuto, però, che in questa fase non fosse necessaria questo tipo di indagine.
La Carlini doveva occuparsi della ricostruzione psicologica e dell’identikit di Melania, Salvatore e della loro vita di coppia. Ma essendo un processo con rito abbreviato, il giudice ha considerato questa analisi come un elemento aggiuntivo, per questo non ammissibile al processo.
LE REAZIONI – ” La ricostruzione criminologica e l’analisi medico legale – commenta la criminologa Bruzzone – sono due ambiti che lavorano in parallelo in maniera inseparabile ma presuppongono competenze diverse. Prendiamo atto della decisione del giudice ma continueremo a lavorare con serenità a questo caso per fornire ai Rea e all’avvocato Gionni qualunque elemento possibile per appurare la verità. Il mio lavoro continuerà ad essere quello di ricostruire la dinamica del delitto in coerenza con le tracce di sangue lasciate.”
“Prendo atto della decisione anche se la ricostruzione psicologica di Salvatore, Melania e della loro vita familiare non mi sembra un elemento aggiuntivo ma parte integrante del delitto”, il commento a caldo della Carlini.

Salvatore e Melania, una coppia a rischio"
L’intervista alla criminologa Margherita Carlini
Dal blog volandocontrovento.blogspot, sempre cercando Carlini, mi esce questo articolo, molto ben fatto e ben curato, segno che trattasi di un professionista a scriverlo: http://albatros-volandocontrovento.blogspot.it/2012/02/melania-rea-micci-mocci-mucci-e.html
Ma devo dirlo, a leggere il web, i giornali e anche a sentire alcuni giudizi emessi da esperti criminologhi, sulla Bruzzone e la Carlini (un giudizio lapidario sulla Bruzzone, mi dicono averlo tranciato anche il professor, dottor M. Picozzi in televisione, naturalmente), uno si fa l'idea di quanto siano contraddette le loro attività, o perlomeno quanto appaiano tali a molti professionisti, che se la ridono sotto e sopra i baffi. Direi che sono ormai divenute le maschere di certe battute tra specialisti, come esempi da non seguire per gli allievi... Molto meglio seguire uno come Picozzi, che tra un incarico professionale, una consulenza allo stato, un passaggio televisivo e radiofonico, un libro e qualche articolo su giornali e riviste, certamente tira su una bella somma all'anno. Beato lui,...



......Cosa c'entra questo, a parte un modus operandi simile, con l'omicidio di Melania Rea? Fino ai giorni passati non c'entrava nulla. Ma ora, con l'entrata in scena della psico-criminologa Margherita Carlini, che ha stilato una relazione fra il serio e il faceto su Salvatore Parolisi schierandosi di fatto con il legale Mauro Gionni, c'entra. La stessa Carlini, infatti, tre mesi fa è entrata a far parte del collegio difensivo di Sauro Muscolini, dimostrando con questo di credere alla sua innocenza (ha potuto parlargli spesso in carcere), e si è dichiarata felice dopo l'audizione dell'imputato davanti ai giudici, imputato che si è dichiarato nuovamente innocente, perché, ha detto alla stampa, "finalmente si è dato voce a chi è stato dipinto come un mostro".

Quindi la dottoressa Carlini è una persona garantista, una di quelle persone serie che prima di dipingere a mostro un imputato necessita di certezze o, almeno, di aver sentito in tribunale la sua versione dei fatti. Ora però è capitato che la professionista marchigiana, che si occupa di violenza sulle donne tenendo conferenze sul tema ed apparendo anche saltuariamente in televisione, grazie ai rapporti amichevoli che intrattiene con l'avvocato della famiglia Rea, Mauro Gionni, abbia deciso di provare a spingere Salvatore Parolisi nell'imbuto ipotizzato da due procure, di fatto non parlandogli mai e dipingendolo come "un mostro violento narcisista e senza cuore" solo in base a statistiche elaborate a modo. Quindi, smentendo il comportamento chiesto all'opinione pubblica, comportamento voluto e tenuto col caso che vede imputato il suo cliente Sauro Muscolini, e basandosi su registrazioni televisive e testimonianze che non esistono, ha scritto, in una relazione in cui esaspera i concetti ripetendo costantemente le stesse frasi, quasi a voler convincere prima sé stessa che gli altri, che "il marito assassino" si adatta perfettamente alla figura di Salvatore Parolisi. Lui, per la professionista, è un uomo narcisista e violento, Melania, invece, era una donna succube che una volta ribellatasi al suo status consolidato è stata punita in maniera definitiva.

L'intento dichiarato dello scritto è il convincere chi lo leggerà, se mai dopo le prime righe e ripetizioni volesse continuare fino all'ultima parola, che il marito di Melania era un uomo che psicologicamente la violentava ogni giorno. Per raggiungere più lettori, e quindi lo scopo, si è coinvolta la sfera delle amicizie locali dell'avvocato Gionni, quella giornalistica, che ha completato il tutto con un'intervista accomodante e priva di critiche. In poche parole si è costruito un sostegno per enfatizzare quanto dalla psicologa affermato.

Ma la dottoressa nella sua relazione ha spaiato le carte aggiustandole, con elementari teorie di base, al fabbisogno mecenate clientelare. Ad esempio lo ha fatto parlando delle armi bianche, scrivendo che uccidere con queste prevede un contatto profondo col corpo della vittima, un contatto molto intimo con forte carica di emotività, quindi che gli omicidi perpretati in tale maniera sono da relegare alla sfera degli omicidi intimi fra i partners. E qui, considerando le 24 coltellate subite dal Brandi, c'è da credere che se Sauro Muscolini venisse condannato a causa degli abiti insanguinati e del coltello in suo possesso, e proveniente da casa sua, significherebbe che i giudici non ci capiscono una mazza di assassini, per lo meno ne capiscono meno di lei. Come poco capiscono quelle stupide telecamere di sorveglianza che riprendono risse in cui i cosiddetti "branchi", spesso drogati, accoltellano a destra e a manca durante una colluttazione frenetica e forsennata... forse lo fanno per stare in intimità con le loro vittime. Ma non è l'unico punto della relazione che cede e cade in frantumi, perché poi la dottoressa passa a farci ragionare su "la violenza in genere". Per darci da bere la verità di parte cerca conferme nei dati ISTAT del 2006 (qui il rapporto ISTAT citato).

C'è da dire che siamo davanti ad una topica, perché i dati inseriti nel rapporto ISTAT non si adattano alla coppia in questione neppure basandosi su dicerie (aveva solo 5 euro nel portafoglio, non aveva carte di credito, era lontana dagli affetti familiari e non aveva amicizie con cui confidarsi), e vediamo il perché non si adattano. L'ISTAT si sofferma sulle violenze psicologiche con una spiegazione e una tabella (pag.21) in cui si parla di quella subita dai partner maschili, siano mariti o conviventi. In questa il 46,7% delle donne violentate psicologicamente vive nell'isolamento (limitazione di avere rapporti con la famiglia di origine e con amici), il 40,7% vive sotto controllo continuo (il partner le impone come vestirsi, pettinarsi, ed inoltre la segue e si arrabbia se la vede parlare con un altro uomo), il 30,7% vive nella violenza economica (alla donna è impedito di conoscere il reddito familiare, di usare denaro ed è controllata quando lo spende), il 23,8% viene svalorizzato (il marito la offende, la umilia anche di fronte agli altri, la critica per come si occupa della casa e dei figli), ed infine il 7,8% vive sotto ricatto con la costante minaccia di vedersi distrutto qualcosa di caro o di veder far del male ai figli (le percentuali sommate superano il 100% in quanto ci sono donne che subiscono più tipi di violenza).

Questo scrive l'ISTAT nella parte richiamata dalla dottoressa, il problema è che inserisce nella sua relazione cose che in un eventuale contraddittorio risultano facilmente smentibili. Per prima cosa la famiglia Rea era più che presente dove la figlia viveva, Melania faceva spesso ritorno a Somma Vesuviana e le telefonate fra madre e figlia erano quotidiane. Quindi l'isolamento asserito dalla Carlini è da escludere. Seconda cosa nessuno ha mai parlato di una Melania sotto controllo continuo, non era Parolisi quello che la seguiva e faceva piazzate se la vedeva parlare con un altro. Quindi è da eliminare anche questa considerazione. Terza cosa c'è la testimonianza del marito che in momenti non sospetti dice di averle lasciato 150 euro la mattina stessa. Fra l'altro è uso comune alla maggioranza delle famiglie il tenere qualche euro in casa, in un cassetto, in un barattolo, ed anche pur avendone a disposizione non tutte le donne escono, se non devono fare acquisti, portandoseli appresso (specialmente se lasciano la borsetta in un punto della casa e il portafoglio in un altro), e c'è da chiarire che non tutte le famiglie hanno più carte di credito (visto i costi fissi ad ogni traslazione) e nessuna sua amica ha mai detto di aver ricevuto confidenze in cui lei parlasse della costrizione di dover vivere nell'ingerenza. Il Parolisi era tirato coi soldi, tanti uomini lo sono, ma non pare proprio lasciasse la moglie "al verde" e le impedisse acquisti. La borsetta firmata Alviero Martini, da lui regalatale, smentisce tante dicerie. Quarta cosa, vi sono più testimonianze dei folignanesi che parlano di una Melania visibile in paese, di una Melania che va a lavorare all'uncinetto in un negozio vicino casa, di una Melania che da ricette napoletane alle conoscenti, che va in parrocchia dove è attiva e partecipe, che frequenta i condomini in maniera assidua (tanto che dai media sono stati apostrofati quali migliori amici), ed i vicini frequentano casa sua. E, in ulteriore analisi, non è assolutamente vero non si confidasse con nessuno. Del tradimento lo sapevano praticamente tutti, anche i familiari, dei suoi problemini fisici lo sapevano sia i familiari che le amiche, e queste sapevano anche delle sue insicurezze, quelle che l'avevano portata a dire che forse la colpa dei tradimenti era sua dato che aveva lasciato il marito solo a Folignano per nove e più mesi. Questi dati, impossibili da smentire, rendono incomprensibile il motivo per cui la Carlini neghi nella sua perizia verità assodate.

Ad essere buoni si potrebbe dire che non ha capito bene quanto scritto nella statistica ISTAT, ma ad essere meno buoni c'è da dire che ne ha citata un'altra adattandola all'uopo, e non può essere non ne abbia capite due contemporaneamente. ......


Ancora sulla psicologa, psicoterapeuta e criminologa, Margherita Carlini e sul caso Melania Rea, di cui è stata incaricata dalla famiglia come criminologa o comunque esperta per la loro causa.

E' stata anche l'occasione per incontrare la criminologa anconetana Margherita Carlini che i Rea hanno nominato come consulente di parte e che ha redatto una memoria che ieri è stata depositata alla cancelleria del Gip di Teramo che a breve, presumibilmente domani, dovrebbe esprimersi sulla richiesta di poter accedere al rito abbreviato condizionato avanzato dai difensori di Salvatore Parolisi, imputato per l'omicidio della moglie.
"Abbiamo provveduto – spiega la dottoressa Margherita Carlini – a contestualizzare l'omicidio di Melania che è riconducibile a quella tipologia che viene definita omicidio di prossimità, ovvero accaduto all'interno dell'ambito familiare". Ma l'attività della criminologa non si è limitata solamente a questo. "Abbiamo preso in esame il carattere di Melania e quello di Salvatore – spiega – sebbene non sia stato possibile tracciare un profilo psicologico del caporalmaggiore, in quanto sarebbero stati necessari degli incontri che evidentemente non è stato possibile effettuare. Ed è emersa, analizzando i suoi comportamenti e valutando tutte le notizie in nostro possesso, la personalità narcisistica di Parolisi".
Una personalità, questa, che determinerebbe il movente dell'omicidio.
"Personalità come quella riscontrata in Salvatore – continua la criminologa – non tollerano la perdita di controllo su altre persone. Per questo riteniamo che sarebbe bastato che Melania, stufa dei continui tradimenti del marito, avesse espresso a Salvatore la volontà i lasciarlo, oppure, altra ipotesi, che la sua amante Ludovica avesse detto a Salvatore, come è effettivamente accaduto, che se non avesse lasciato la moglie la loro storia sarebbe terminata, per far scattare il meccanismo psicologico che ha portato all'omicidio".
Tutte queste considerazioni, e non solo queste, sono contenute nella relazione che ieri mattina è stata depositata in tribunale.
"Abbiamo depositato questa consulenza – ha spiegato l'avvocato Gionni – nella possibile previsione dell'accettazione del rito abbreviato. Così facendo abbiamo voluto anche noi fornire al giudice ulteriori elementi per avere un quadro più completo della situazione". Il legale ascolano, poi, ha condito con un po' di polemica la decisione dei difensori di Parolisi di chiedere il processo breve per il loro assistito.
"Seppur nel rispetto del codice – dice Gionni – stento a capire la richiesta avanzata da Biscotti e Gentile. Gli avvocati di Parolisi sin dall'inizio avevano sempre sottolineato la volontà di andare a dibattimento davanti ad un giudice che avrebbe valutato nei dovuti modi tutte le prove anche quelle in loro possesso che avrebbero dimostrato l'innocenza di Parolisi. Adesso, però, chiedono il processo breve rinunciando di fatto al dibattimento e alla possibilità di portare nuove prove a processo".
La famiglia Parolisi, intanto, aspetta che il prossimo 27 febbraio inizi il procedimento penale nei confronti del caporalmaggiore.
"Vogliamo sapere da Salvatore tutta la verità – sostiene il fratello di Melania, Michele Rea – solo lui può dirci come sono andate realmente le cose quel tragico giorno di aprile. Purtroppo mia sorella Melania non può più farlo, ma noi abbiamo il diritto di conoscere la verità".

da corriereadriatico

Notare bene quando la specialista di psicologia della personalità (immagino che lo sia) dottoressa Carlini ammette di non aver potuto effettuare dei colloqui con il Parolisi, e naturalmente nemmeno con la povera vittima, e che quindi ha effettuato una ricostruzione delle due personalità senza disporre dello strumento principe: una serie di colloqui ben mirati e in contesto di libera volontà di farli da parte delle persone.
Quindi, ogni attività di ricostruzione della personalità di Salvatore e di Melania è puramente basata su elementi di secondo ordine (de relato e documenti filmati), non sufficienti a porre una diagnosi di personalità e nemmeno una sua analisi completa.
Se la famiglia del Parolisi avesse incaricato me, distruggerei tale operato della Dottoressa Carlini in aula, portando; 

-una serie di studi e ricerche ben documentate che attestano l'impossibilità di fornire una ricostruzione valida del profilo di personalità di chiunque senza una serie di incontri in set valido;
-distruggerei la connessione tra personalità narcisitica (che a mio avviso è poco probabile nel Parolisi, non da sola, ma al massimo come presenza di alcuni tratti di personalità narcisitica, secondo un cluster C, un sottotipo controinvestito, che però appartiene come teoria e paradigma alla psicoanalisi, di cui sono estraneo e quindi porrei solo in risalto che possedere una positività per un tipo di tratto narcisistico, non fa ritenere tale elemento come in Centro di Gravità stabile di tutta la personalità, che quindi può essere anche una Passivo-Aggressiva, con altri tratti che qui non elenco, tanto non si basano che su una intuizione personale, quindi di alcuna rilevanza giuridica.

Comunque ripeto, posso portare decine di studi che attestano l'assoluta irrilevanza della personalità francamente narcisitica e il compimento di azioni violente d'impeto o anche (per quanto più probabili), premeditate.

Sappiamo per certo, che l'omicidio di Melania ha visto aggirarsi sulla scena del crimine almeno due persone (e non parlo degli inquirenti) al tempo del suo compimento, sia pure in due momenti immediatamente successivi e che come non si conosce chi  era uno dei due, non esiste nemmeno una prova certa, che provi che Parolisi (certamente presente sulla scena) è stato l'autore del crimine.

Poi, quanto al fatto che il Salvatore Parolisi sarebbe una personalità narcisistica, e che quindi proprio per questo sarebbe stato incline all'omicidio della moglie, è una conclusione del tutto ridicola e sconcertante. Si conoscono decine e anzi centinaia di peronalità fortemente narcisite nelle libere professioni e nessuna di esse uccide la moglie quando si verificano delle ferite al loro senso di narcisismo. Peraltro, la minaccia di Melania di fare uno scandalo (tutta presunta) sapendo della relazione con la soldatessa del marito, è un fatto che non intacca affatto il senso elevato di sé che i narcisiti possiedono e che difendono accanitamente (difesa narcisistica).
Per concludere questa breve disamina sulle conclusioni periitali della specialista Margherita Carlini, occorre sottolineare che il consulente del giudice è  giunto ad una conclusione opposta in merito alla personalità del Parolisi, ritenuto una persona assai passiva, manovrato e diretto nella vita di tutti i giorni da Melania. 

(Ovvio che vale lo stesso criterio: nessuno possiede una valida analisi personologica di Parolisi a meno che questi non abbia acconsentito a fare dei colloqui a tale scopo, cioè con lo scopo dichiarato di conoscerne la struttura di personalità).

Quindi, se la famiglia e gli avvocati di una parte mi avessero incaricato di compiere una relazione sulla personalità del Parolisi, avrei accettato solo alla condizione di poter incontrare in un ambiente libero, e nella piena consapevolezza dell'intento dei colloqui, il Salvatore Parolisi. Se questi requisiti non si realizzano, avrei declinato o rinunciato al compito, perché impossibile fornire un risultato basato su un percorso scientificamente certificabile (colloquio in regime di libertà, non vincolato da altro che dalla libera determinazione del Parolisi di sottoporsi all'esame della personalità, con il dichiarato intento di farne apprezzare i suoi aspetti da un professionista all'uopo incaricato: assoggettarsi al protocollo di validazione, con ripresa filmata  in un set domestico o comunque in uno studio professionale, e in un tempo precisato in anticipo, di regola 50 minuti per almeno 3-5 incontri).

Mi resta assai difficile credere che una donna come la signora Melania, alta, fiera, pronta a difendere la sua relazione e la sua costruzione famigliare, sia solo una povera personalità passiva, che subisce violenze psicologiche continue dal Parolisi (che peraltro non ha mai alzato le mani su di lei, né esistono evidenze di violenze psicologiche), e mi riesce ancor più difficile che una persona dimessa, debole e non fiera e combattiva, si sia innamorata di una persona come Parolisi, tutta forza fisica, atletica e senza alcuna particolare capacità di comunicare emozioni se non a livello non verbale e solo che una donna ne sia a tal punto innamorata da poterle intuire. Si, perché di intuito si tratta, dal momento che Parolisi è letteralmente una maschera incapace di manifestare emozioni e stati emotivi (che non significa che è un decorticato, sia chiaro).

Insomma, chi si innamora di una persona muscolare come Parolisi? Sappiate che la risposta alla domanda non vale una cicca riguardo al quesito della morte di Melania.

a lorenzi 
Neuroscienze del Comportamento


Sul Professor Massimo Picozzi, medico-psichiatra-scrittore di libri gialli e  presentatore di programmi televisivi, a noi non risulta essere un professore ma un docente, cioè un dottore cui è conferita una docenza, senza aver mai conseguito un titolo di professore (costit.rep.ita: il titolo di professore si consegue dopo esame di stato). Naturalmente, nel caso il titolo ci sia, basta farlo sapere nel curriculum.... Nella foto, credo che dietro ci sia l'immagine di Piero Chiara, che spero non si rivolti nella tomba, e davanti, con la sua tipica veste di scena, collarone nero e giacca nera, anzi nerissima, il Professor Picozzi, con in mano uno dei suoi pregiati libri (che a tutto hanno a che fare meno che con le meno e più autorevoli pubblicazioni scientifiche, di cui del professor Picozzi non si reperisce nulla).

Vorrei precisare che in genere quando uno è presenza fissa in una rete o Tv, significa che ha un contratto e quindi è remunerato. Almeno se di scena uno deve vestirsi, lo fa perché - a me me pagano...-.


Televisione 

  • Serial Killer-predatori di uomini (2002 Italia Uno)
  • Top Secret (2003-2010 Rete 4)
  • Giallo 1 (2005-2006 Italia 1)
  • Chi l'ha visto? (2006-2007 Rai 3)
  • La linea d'ombra (2008-2009 Rai 2) [5]
  • Quarto Grado, condotto da Salvo Sottile (dal 2009 Rete 4)
Ospite di diverse trasmissioni tra cui Porta a Porta e Matrix, durante le puntate dedicate a criminali e inchieste su fatti di sangue accaduti in Italia in qualità di criminologo ed esperto di elaborazione di profili criminali [2]. Inoltre ha partecipato a una puntata di Delitti su History Channel.

In radio 

Collabora con l'emittente nazionale Radio 105 inizialmente con Lo Zoo di 105 (stagione 2008), poi la sera con il programma "Criminal Zoo", condotto insieme a Marco Mazzoli e Fabio Alisei. Oggi collabora alla realizzazione e come ospite in onda della rubrica "C.S.I Milano", in onda durante il programma 105 Friends. Con i due conduttori del programma, Rosario Pellecchia e Tony Severo, ha anche realizzato una compilation, chiamata "Criminal Friends", per creare una analogia con il nome del programma.

Libri

  • È inutile che alzi la voce. Come riconoscere e affrontare la rabbia a casa, al lavoro, al volante. (Mondadori, con Catherine Vitinger)

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