Ci risiamo, di nuovo una Comunità, e cooperativa, che dal sogno del fondatore, un
barbuto signore dalla faccia di contadino, riesce a ottenere il credito della società, fino a farsi accreditare come comunità dove il tribunale affida i bambini che sono stati oggetti di violenze e abusi sessuali familiari.
Da notare che tutto viene fatto con l'egida di politicanti della Regione Toscana e loro funzionari, tenendo all'oscuro non solo i cittadini toscani ma anche gli stessi professionisti del settore (medici, psichiatri, pediatri). Poi si dirà che è stato un errore di tutti, della società nei confronti di alcuni suoi figli (disgraziati, svantaggiati, sfortunati), in un corazzo di vaniloqui pieni di retorica da osteria.
barbuto signore dalla faccia di contadino, riesce a ottenere il credito della società, fino a farsi accreditare come comunità dove il tribunale affida i bambini che sono stati oggetti di violenze e abusi sessuali familiari.
Da notare che tutto viene fatto con l'egida di politicanti della Regione Toscana e loro funzionari, tenendo all'oscuro non solo i cittadini toscani ma anche gli stessi professionisti del settore (medici, psichiatri, pediatri). Poi si dirà che è stato un errore di tutti, della società nei confronti di alcuni suoi figli (disgraziati, svantaggiati, sfortunati), in un corazzo di vaniloqui pieni di retorica da osteria.
Se invece si fosse realizzato un principio anche minimale di trasparenza, di chiarezza e onestà di principi, si sarebbe dovuto dare conoscenza di certe decisioni in merito all'affidamento di minori abusati e in difficoltà, a tutti i cittadini e soprattutto a tutti gli operatori del settore, in particolare a psichiatri e psicologi e operatori simili, non solo del Servizio pubblico (che poi se andiamo a vedere bene, a parte il medico di Ponte a Niccheri, sono tanti quelli che sono arruolati nel pubblico con semplici contratti di prestazione professionale; per non dire poi dei dipendenti che esercitano attività in concorrenza con lo stesso pubblico..), ai quali, a tutti, secondo modalità trasparenti, sdarebbe dovuto essere data possibilità di effettuare visite, controlli, ispezioni, anche dei bilanci, senza sentirsi dire che era prorpio così, e che i bilanci sono pubblicati.
No, voglio dire che quando si paga per un servizio, chiunque deve essere favorito in tutti i modi per fare controlli, dal momento che si tratta di un interesse collettivo e generale.
E poi, il Profeta, si finisce col sapere che assieme ad altri suoi collaboratori e persone (anche donne) della Comunità, abusava dei ragazzini, spingendoli all'omosessualità e proibendo una sessualità normale ed etero.
Il Fiesoli, Il Profeta, (vedi testimonianze de Le Iene), dalla relazione, violentava puntualmente tutti i ragazzini che erano affidati. Poi dopo i bambini passavano ai cosiddetti Padri e Madri Affidatari eletti dal Fiesoli tra personaggi della sua cerchia.
Forse non vi sorprenderete, perché la situazione è per noi del mestiere, tipica e frequente, ogni volta che siamo in presenza di certi tipi di comunità:
il Fiesoli, detto il Profeta, fondatore della comunità, e il suo secondo, Goffredi, nel 1985 erano già stati condannati per abusi sessuali ed atti di libidine violenta nei confronti di minori e disabili affidati. Nel 2000, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ha condannato l'Italia per i maltrattamenti de il Forteto. Nonostante questo, il Tribunale per i Minori di Firenze ha continuato fino ad oggi ad affidare (e ancora ci sono ragazzini affidati), bambini al Forteto, cooperativa.
Ecco, questa parte però è una storia che raramente abbiamo ascoltato e incontrato in questa serie sterminata di casistiche sempre andate in cattive acque, delle Comunità, fondate da qualche singolo Padre Fondatore, missionario di qualche cosa e simili. Al momento, tutti i collaboratori stretti de il Profeta sono stati rinviati a giudizio ma sono tutti ancora al loro posto, in attesa del pronunciamento del tribunale.
Il Profeta si è allontanato dalla comunità-cooperativa e Le Iene sono andate a trovarlo a qualche chilometro, mentre lavorava in un pollaio.
Anche qui, sappiamo come la vicenda andrà a finire, tutti lo sanno. E' possibile che gli assistenti sociali, che già nel 2004 erano stati avvisati dagli stessi ospiti, che hanno raccontato tutte le violenze e abusi sessuali (la ragazzina chiamata Lara, in particolare) siano rimasti senza prendere iniziative?
Il Tribunale dei Minori, ci dice in un documento che una responsabile dei servizi sociali ( Dott.ssa Cimarosa di Vicchio del Mugello, dove si trova il Forteto), secondo Le Iene, risulta che sapeva che il Tribunale aveva nominato tutela del minore ad esempio, proprio la Dottoressa Cimarosa, che però in diretta nega qualsiasi addebito e di mai aver saputo che i minori (affidati dal Tribunale a famiglie ben precisate, persone di sicura moralità), erano invece seguite da persone diverse, una volta entrate nella sfera del Forteto e del Profeta.
Ad oggi, siamo in attesa di una sentenza, che ripeto, sappiamo come andrà a finire perché ce lo dicono i centinaia di casi studiati. Per Le Iene, le responsabilità non dovrebbero essere ricercate solo dentro al Forteto. Infatti, nonostante le precedenti condanne degli operatori, si è continuato fino ad oggi a tirare avanti le attività, con il silenzio di chi doveva controllare, vigilare, e nonostante le chiare confessioni di abusi fatti dai ragazzi che sono poi usciti dalla Comunità.
Insomma, questa situazione è stata resa possibile, a parte il fatto che si doveva controllare il casellario del Profeta e si doveva impedire che la cooperativa si sviluppasse sotto un tale personaggio, ma non solo le procure, le autorità di giustizia (pensate a quanto fanno i tutori della legge se qualcuno li chiama anche per una presunta minaccia o timore di qualcosa), possibile che nessuno sia riuscito a convincere anche un solo poliziotto o carabiniere, che nella Comunità accadevano abusi e prevaricazioni (a detta di molti ex ospiti, genitori eccetera)?
Occorreva che la condanna della Corte Europea dei diritti cadesse nel vuoto anche quella? Non poteva occuparsene uno dei tanti politicanti di professione che ammorbano le regioni, province e comuni? I servizi sociali del territorio, e tutti coloro che avevano funzioni di vigilanza, di referenza e responsabilità (parliamo di minori e disabili), se la caveranno con qualche ammenda penale o un due mesi che tanto non si nega a nessuno? Se qualcuno avesse uno solo, fatto qualcosa, sicuramente si sarebbe fermato il tutto almeno al 2004.
Occorre poi continuare a far restare degli ospiti minori in quell'ambiente? E alla fine della fiera, la cooperativa comunità Il Forteto, seguirà le sorti di san Patrignano, venendo rifondata e assurgendo a una Mega Comunità, una società nella società, di cui sappiamo non essere più nella definizione di Comunità Terapeutica (limitata a un totale complessivo di 20, max 30 persone)?
Magari attendiamo che il grosso, grasso imprenditore si faccia sotto e finanzi il tutto, come per S. Patrignano, (salvo poi scaricare il fango sui cittadini, quando dovesse rivelarsi troppo oneroso?).
Procura, pensaci tu!
L'orrore degli occhi di questa ragazza dicono tutto.
Celebrata da politici e intellettuali, ospitava in Toscana giovani disagiati. Fondatore a processo per violenza sessuale
(Foto da WEB) di Andrea Scaglia.
Uno viene a conoscenza di questa storia e in effetti non sa come prenderla. Trama che pare rigurgito dei peggiori anni Settanta, rutto maleodorante che riporta alla mente utopie allora condite con vocaboli abbacinanti, e però ne mostra la completa degenerazione. Com’è stato possibile? Comunitarismo, rifiuto della società borghese e dei suoi legami, la famiglia vista come gabbia oppressiva da cui fuggire. Isolamento per difendersi dall’egoismo del mondo.
E poi l’invero forzoso riferimento a don Milani, e lo scardinamento degli schemi rigidi e sorpassati, e il recupero dei veri valori cristiani da armonizzare con la prospettiva socialista, in nome del sol dell’avvenire. E tutt’intorno gli applausi delle menti sopraffine e i convegni e i libri celebrativi per un sogno divenuto realtà, e chi non ci crede è un reazionario. Ma no, che non era così. Una setta, quasi un lager. Persone plagiate e ridotte a marionette. Abusi sessuali e psicologici. Pedofilia. Un incubo, altro che sogno. Il suo nome è Rodolfo Fiesoli, oggi ha 72 anni.
Arrestato il 20 dicembre del 2011 per presunti atti di pedofilia e persino zoofilia commessi all’interno della cooperativa agricola, fondata nel 1977 da lui e dall’amico Luigi Goffredi insieme con una trentina di giovani frequentatori di una parrocchia pratese – e si sarebbe chiamata Il Forteto, poi trasferendosi nella sede odierna di Vicchio, provincia di Firenze, in una fattoria con 500 ettari di terreno. Più che una cooperativa, quella che un tempo si sarebbe potuta definire una comune – «sbocco concreto in cui realizzare una vita in comune», così recita il sito internet. E alla comunità in cui il Profeta – così si faceva chiamare Fiesoli – rappresentava il capo indiscusso, venivano anche affidati bambini e ragazzi, di quelli con un passato di disagio familiare e magari abusati sessualmente – formalmente, però, gli affidi erano intestati a persone che nel Forteto vivevano, non alla struttura. Questo nonostante lo stesso Fiesoli fosse stato arrestato già il 30 novembre 1978 per abusi sessuali: l’ideologia si rivelò più forte della realtà giudiziaria.
Condanna e sconfessione – Il magistrato che dispose la misura cautelare era Carlo Casini, in seguito deputato democristiano e poi presidente del Movimento per la Vita. Fu scarcerato il 1° giugno 1979, Fiesoli, e il giorno stesso il Tribunale dei Minori gli affidò – anzi, «mi venne portato», come il Profeta annotò nel suo diario – un bambino con la sindrome di Down, palese sconfessione dell’arresto ed esplicita dimostrazione di stima. Presidente del Tribunale dei Minori era Giampaolo Meucci, ora defunto, padre del diritto minorile in Italia e amico dello stesso don Milani e consulente del venerato sindaco di Firenze Giorgio La Pira e pure grande ammiratore della Cina maoista. Fiesoli e Goffredi sarebbero poi stati condannati definitivamente nel 1985, per diversi capi d’imputazione fra cui corruzione di minorenne e sottrazione consensuale di minore, questo «dopo aver scardinato, ricorrendo a forme di convincimento ossessive, aggressive e umilianti, ogni preesistente valore e le figure parentali, in modo da renderli del tutto dipendenti da loro, costretti ad accettare e a praticare il regime di vita da loro imposto e caratterizzato da promiscuità assoluta tra persone della stesso sesso, pratica dell’omosessualità, messa a disposizione della cooperativa di ogni risorsa». Eppure, dopo di allora, in quella fattoria finirono 58 minori. Perché Meucci ritenne che l’arresto e la condanna fossero in realtà una macchinazione architettata da Casini, avversario politico, e dunque continuò a considerare il Forteto una comunità «accogliente e idonea». Atteggiamento, questo, che proseguì anche dopo la sua morte. Dichiara oggi l’ex funzionario Asl Marino Marunti: «Ci fu una presa di posizione di una certa parte culturale di Firenze che cominciò a dire: sì, la sentenza c’è stata, però è stato un errore perché ci sono state malelingue…».
Commissione d’inchiesta – Adesso invece si sa. S’è venuto a sapere. Dopo l’ultimo arresto di Fiesoli è stato costituito il comitato “Vittime del Forteto” (www.falsieducatori.org) . E nel giugno dello scorso anno la Regione Toscana ha creato una commissione d’inchiesta sulla vicenda, composta da esponenti di ogni partito e schieramento. La relazione è stata pubblicata nei giorni scorsi. Agghiacciante. Perché per oltre trent’anni la vicenda del Forteto è proseguita su un doppio binario. All’interno, una struttura che se da una parte si trasformò nel tempo in importante realtà imprenditoriale, con un centinaio di lavoratori e allevamento e coltivazioni e maneggio e caseificio e agriturismo e fatturato da 15 milioni di euro con tanto di contributi regionali (dal ’97 al 2010 oltre 1,2 milioni), dall’altra era caratterizzata da «pratiche abusanti, l’abuso risulta essere la prassi», con «uomini e donne che vivono divisi: dormono, mangiano, lavorano separati anche se sposati» e «i rapporti eterosessuali chiaramente osteggiati» e «l’omosessualità non solo permessa ma incentivata, percorso obbligato verso quella che Fiesoli definiva “liberazione dalla materialità”».
Racconti agghiaccianti – E ora ci sono le testimonianze a raccontare un «contesto scandito da lavoro, scuola, abusi, paura. Giorno dopo giorno i ragazzi vengono plagiati», con tanto di “confessioni” pubbliche di pensieri ritenuti sconvenienti, oltretutto rieducati a disprezzare i genitori biologici – e quelli affidatari in realtà lo erano solo formalmente. Il tutto all’interno di un ambiente in cui «qualunque comportamento, qualunque gesto, tutto viene ricondotto al sesso, alle fantasie sessuali», con i «minori che spesso divenivano o continuavano a essere prede». E ciò «col consenso non solo collettivo, ma anche dei genitori affidatari». Di più: si racconta di «abusi sessuali sui ragazzi da parte dei genitori affidatari, siano essi uomini o donne, e di un atteggiamento compiacente nei confronti delle “strane” attenzioni del Fiesoli su ragazzi». Ed erano proprio i genitori affidatari a introdurre gli adolescenti nella stanza del Profeta, e se preso dall’imbarazzo il ragazzino veniva rimproverato, «…ma lasciati andare! Rodolfo fa così con tutti, è normale, ti leva questa materialità!». E poi però, all’esterno, ecco l’altro binario. Quello rispettabile, istituzionale. Con le tante conoscenze di Fiesoli a complimentarsi, visitare, garantire. Anche dopo la condanna del 1985: è del 1999 il primo libro sul Forteto edito dalle prestigiose edizioni del Mulino, “Universo simbolico, ethos, areté e regole di relazione nel mondo del Forteto». E la rivista letteraria “Testimonianza” a pubblicare nel 2001 l’articolo “Le libere donne del Forteto”. E nel 2003 il secondo libro del Mulino, “La strada stretta. Storia del Forteto”. E la Carovana della Pace guidata da Alex Zanotelli che va in visita in una struttura dove «più famiglie alla luce del Vangelo vivono controcorrente».
Il volto rispettabile – Ed è sconcertante leggere le testimonianze che raccontano gli abusi di Fiesoli sui ragazzini anche disabili e i rapporti sessuali fra madri affidatarie e ragazzine a loro affidate e poi le stesse femmine adolescenti obbligate ad avere fra loro rapporti omosessuali, e affiancarle a un altro libro sul Forteto uscito sempre per il Mulino. Oppure ripercorrere nel racconto della protagonista l’incredibile vicenda del suo figlio naturale nato quando lei era già in comunità, con il ragazzo-padre allontanato e il riconoscimento della paternità da parte del figlio di Fiesoli («Ho regalato mio figlio a una persona che non era suo padre»), e poi pensare che ancora nel febbraio 2010 il gruppo Pd al Senato presentava il libro dello stesso Fiesoli, «Una scuola per l’integrazione». E nel descrivere quest’«opera di convincimento e plagio del mondo esterno», la commissione elenca i personaggi che «a vario titolo e differenti modalità» dal Forteto sono passati, facendo fra gli altri i nomi di Piero Fassino, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro (che andò a parlare di pedofilia), Tina Anselmi, e poi giudici minorili, avvocati, medici – si va da chi «compie un passaggio in vista di elezioni, giusto il tempo di qualche stretta di mano, a chi scrive prefazioni per le loro pubblicazioni». L’udienza preliminare, per Fiesoli e gli altri 22 indagati, è prevista per il prossimo 21 febbraio. La Regione Toscana si costituirà parte civile. Il presidente di Legacoop Toscana, a cui il Frutteto è associata, puntualizza che «è giusto fare luce sui reati, ma bisogna difendere l’azienda agricola» http://www.nuovaresistenza.org/2013/
Ecco un esempio di come si tratta e lavora l'argomento da parte della stampa di padrone: naturalmente dopo che tutto è ormai a galla... Notate come si chiude l'argomento, con uno dei tipici finali dei predicozzi da osteria...
Forteto: "Schiavi sessuali per il Profeta anche con i soldi della Regione"
La commissione sul Forteto:
coop con tanti amici a sinistra
L'"orco" sarebbe Rodolfo Fiesoli, un pratese di 71 anni, detto il "Profeta". Secondo la testimonianza di Fabrizio Braschi, ex sindaco di Calenzano, era noto in paese "per la passione per i minorenni già prima della fondazione del Forteto" di Sandro Bennucci
Firenze, 17 gennaio 2013 - "Il Forteto era la tana dell'orco... O una fabbrica di schiavi... Che non succeda mai più, soprattutto in Toscana".
L'"orco" sarebbe Rodolfo Fiesoli, un pratese di 71 anni, detto il "Profeta". Che, secondo la testimonianza di Fabrizio Braschi, ex sindaco di Calenzano, era noto in paese "per la passione per i minorenni già prima della fondazione del Forteto".Voci arrochite, sguardi stravolti da un velo d'orrore. I consiglieri regionali accolgono l'invito del presidente,Alberto Monaci, "a una lettura rispettosa dell'aula", ma usano toni da catastrofe o calamità naturale. In effetti, sono pugni nello stomaco le 88 pagine della commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali, psicologici, affettivi che, per decenni, avrebbero avuto per teatro laflorida cooperativa agricola del Mugello (15 milioni di fatturato l'anno).
Dopo 23 sedute in cui ha ascoltato 53 testimoni, la commissione - presidente Stefano Mugnai (Pd), vicepresidente Paolo Bambagioni (Pdl), Maria Luisa Chincarini (Centro Democratico), Dario Loci (Gruppo Misto), Monica Sgherri (Sinistra e Verdi) - ha indicato nel Fiesoli il guru, l'anima del Forteto. Capace di avere un "concubino", un ragazzo la cui storia sembra il riassunto delle pratiche consumate fra le pareti della cooperativa: dall'abuso sessuale al plagio affettivo; dal lavoro massacrante alle botte; fino alle confessioni, davanti a tutti, di cose mai avvenute. Così come sgomenta, nella lettura delle pagine, la storia della ragazza costretta ad avere rapporti sessuali sia col padre affidatario che con la madre affidataria. Al Forteto "veniva incentivata l'omosessualità e osteggiata l'eterosessualità".
Non a caso, nascevano pochi bambini. Le nuove energie venivano reclutate attraverso gli affidi che ilTribunale dei minori ha continuato a inviare fino al 2009, quando spuntarono denunce capaci di frantumare quel muro d'omertà difficile da scalfire. Fiesoli faceva il "Profeta" con personalità della politica, della magistratura, della comunità scientifica: sia per accreditare il Forteto come realtà produttiva e sociale; sia per allacciare contatti utili a rafforzare la rete. La commissione scrive: "Ecco un elenco dei personaggi che, a vario titolo, e con differenti modalità, passano dal Forteto: Edoardo Bruno, Piero Fassino, Vittoria Franco, Francesca Chiavacci, Susanna Camusso, Rosi Bindi, Livia Turco, Antonio Di Pietro, Tina Anselmi, Claudio Martini, Riccardo Nencini, Paolo Cocchi, Michele Gesualdi (Presidente Provincia di Firenze), Stefano Tagliaferri (Presidente Comunità Montana del Mugello), Alessandro Bolognesi (Sindaco di Vicchio), Livio Zoli (Sindaco di San Godenzo e Londa), Rolando Mensi (Sindaco di Barberino di Mugello)". Eppoi presidenti del Tribunale per i minori: Francesco Scarcella, Piero Tony, Gianfranco Casciano. L'attuale procuratore, Massimo Floquet, afferma: "Una volta fui inviato al Forteto, dove andavano altri colleghi, non solo del tribunale. Non andai. ma dico, in perfetta buona fede, che fu solo perché, essendo romano, il sabato tornavo a casa".
Poco dopo la nascita del Forteto, nel 1985, Fiesoli e un cofondatore, Luigi Goffredi, vennero condannati per maltrattamenti e atti di libidine. E, nel 2000, la Corte europea per i diritti dell'uomo li condannò a pagare 200 milioni per i danni morali subiti dai due figli di una coppia di emigrati in Belgio. Ma gli affidi continuarono. Anche se affioravano dubbi. E nonostante le proteste degli abitanti di Dicomano, irritati per l'allontanamento coatto di due bambine dalla loro famiglia. Risultato? L'ordine, dentro il Forteto, di non fare acquisti a Dicomano.
E ora? Mugnai, a nome della commissione, vuole che la Regione (che negli anni ha sovvenzionato il Forteto con 1 milione e 251 mila euro per attività agricola), si costituisca parte civile. Il governatore, Enrico Rossi, è d'accordo. Dicono che l'iniziativa sia utile anche per contribuire a risarcire gli ex bambini-schiavi. Ma la politica, tutta la politica, stia più attenta: guardi "sotto il tappeto", quando va a cercar voti.
di Sandro Bennucci